Sporadica rubrica fatta con le vostre email e i miei sensi di colpa
"Scritta di getto, provata e registrata al volo in un paio di take, quando il resto delle registrazioni era stato già completato: questa è di gran lunga una delle mie canzoni preferite tra quelle contenute nel mio prossimo album". Così Andrea Calvo, in arte Grand Dritfer, presenta Diary Of Sorts, la scintillante seconda anticipazione da Only Child, disco che uscirà il prossimo 26 novembre in UK per Subjangle (CD) e in Italia per Sciopero Records (vinile). A differenza del precedente singolo Haunted Life, che vedeva anche la partecipazione dei nostri cari Smile e in cui prevaleva un certo colore malinconico, questa nuova Diary Of Sorts vuole essere più apertamente "pop with lot of chords in a major key", e spiega molto bene perché nelle recensioni di Grand Drifter venga sempre tirato in ballo il nome dei Go-Betweens.
Andrea Calvo è già chitarrista e tastierista della longeva formazione piemontese Yo Yo Mundi, di cui ritroviamo qui la sezione ritmica (Eugenio Merico alla batteria e Andrea Cavalieri al basso), con l'aggiunta di Alice Cavalieri ai cori. Ma rispetto alla sua band di provenienza, Grand Drifter sembran dare maggiormente spazio a certe influenze indie rock britanniche classiche, dagli Smiths ai Teenage Fanclub, con grande eleganza.
"Amami, amami ancora / Tanto domani non c'è scuola": lo so, alla mia età non dovrei lasciarmi più colpire così tanto da questo genere di rime, eppure ci casco sempre. I colpevoli stavolta sono i Surf Cassette (nome che più piacione MA ANCHE azzeccato non si potrebbe, visto il sound che fanno), trio garage pop di Milano che vuole suonare "musica per sgambettare". Partono da una evidente ispirazione Beach Boys e e arrivano dalle parti di certi Together Pangea, Thee Oh Sees o Black Lips, finendo per ricordare una versione meno bellicosa e più spensierata dei nostri Bee Bee Sea. Il loro album d'esordio risaliva al 2017 e ora sono tornati con un nuovo EP intitolato Non Così Diversi, che invece qualcosa di diverso lo rivela eccome, dato che i Surf Cassette hanno cominciato a cantare in italiano, tra rime baciate e storie semplici, con atmosfere Sixties ancora più calcate. Canzoni divertenti che torneranno buone per le prossime feste in spiaggia.
Roberto Andrés Lantadilla, cileno di nascita, padovano di adozione e visto spesso anche qui a Bologna (di recente sul palco insieme ai Big Cream, per esempio) in arte si fa chiamare Kiwi666 e sostiene semplicemente di scrivere pop da cameretta. In realtà, nel suo EP d'esordio Wrong Nature risuonano molte influenze differenti: rock psichedelico dall'aria sorniona alla Mac DeMarco, cupezze indie rock Anni Novanta alla Elliott Smith e anche, di tanto in tanto, una certa austera dolcezza alla Magnetic Fields, come nella mia preferita By The Lake. Una scrittura molto interessante e già molto consapevole. L'EP composto e registrato durante i lunghi mesi del lockdown 2020 è uscito in cassetta per Selvatico Dischi ed è stato mixato e masterizzato da Luca Lovisetto, dei nostri cari Baseball Gregg.
Paolo Miceli è un veterano della scena shoegaze italiana, avendo fatto parte dei Sea Dweller e dei My Violent Ego, storiche formazioni romane Anni Duemila. Attualmente è il batterista dei La Casa Al Mare (usciti anche per la cara Lady Sometimes Records), ma purtroppo il trio non ha ancora dato un seguito al This Astro EP del 2015. Nel frattempo, Miceli ha avviato un progetto solista con il nome di The Mellowdees, dedicandosi a un cantautorato acustico molto delicato, distante a livello di decibel dalle sue precedenti esperienze sonore ma non meno emozionante. Tra le ispirazioni dichiarate (Marty Balin, Mi And L'Au, Neil Halstead, Sibylle Baier e Vincent Gallo, giusto per citare alcuni nomi con cui ho più familiarità), spicca anche il nome di Donovan, che mi sembra molto significativo per capire e immergersi in queste atmosfere.
All'inizio dell'anno era uscito un album intitolato Bed, Me And You, presentato come una raccolta di "mellow, cheesy, honey dipped love songs" e ora arriva She's Calling Me To Bed, proseguimento di quella in forma di EP, "fully inspired by my love and wife Alessandra".
Parecchi aggiornamenti da Circa Diana Produzioni Musicali, è un periodo molto attivo per il visionario collettivo di Riccione. Per prima cosa, un nuovo ingresso: Betrudi, nuovo progetto di Marco Bertuccioli, già nei Rellas e metà del duo Gastone (Mattonella Records / Bomba Dischi). Il suo debutto è un fulminante EP di cinque tracce per sei minuti: Nessun segnale. Una scrittura complessa e sperimentale che tenta di trovare nuovi linguaggi della chitarra: "la musica classica incontra il rumore e il dodecafonico dentro atmosfere surreali e disturbanti". Se vi sembra una presentazione poco allettante, lasciatevi semplicemente trasportare da queste invenzioni frenetiche, finiranno prima che ci abbiate capito qualcosa ma vorrete subito ripetere l'esperienza.
Avevamo già parlato l'anno scorso di Tristram, il progetto solista di Vittorio Batarra, già nei Sonic 3 e nei Freedom Club e più di recente anche chitarrista per la versione live di Lennard Rubra. Esce ora il suo primo e vero EP Fantasticherie. Sei tracce in cui Tristram, da un lato, abbraccia ridendo il cantautorato italiano (anche con un giocoso omaggio a Paolo Conte) e, dall'altro, si libera di ogni definizione di genere o influenza, lasciando andare il proprio suono in ogni direzione, dal rumore alla canzonetta, passando per l'elettronica e il dadaismo. Non sai mai cosa aspettarti da ogni strofa, e quelli che smettono di ascoltare le canzoni dopo i proverbiali 15 secondi non sapranno mai cosa si perdono, quale improvvisa giravolta sonica o quale campionamento Tristram farà apparire. Apprezzo molto questo accumularsi in apparenza casuale di suggestioni che attraversano la sua musica, e mi domando se il titolo di questo EP rimandi in qualche modo all'omonimo saggio di Rousseau o invece alla famosa novella di Verga.
Infine il "padrone di casa" di casa Circa Diana, ovvero l'infaticabile Lennard Rubra, che davvero sembra non conoscere pause né cedimenti nel ritmo delle produzioni. Dopo aver pubblicato l'album Pop Mania (in collaborazione con La Barberia Records) appena prima della scorsa estate, ha fatto ora uscire Incongruenze Vol. 2, proseguimento della raccolta di inediti, demo, rarità e "detriti" pubblicata l'anno scorso (mentre ha già annunciato una nuova opera addirittura entro la fine dell'anno). Lennard Rubra ha sempre fatto della frammentarietà e dell'imprevedibilità un tratto fondamentale del suo stile, ma in una raccolta eterogenea come questa forse si può apprezzare ancora di più la totale libertà e la forza della sua immaginazione immaginazione quando si tratta di plasmare i materiali sonori, tralasciando per un attimo le sue sperimentazioni sui testi e sprigionando pura musica, per così dire. Per esempio, un piccolo intermezzo come Docteur Nico mescola alla sua inconfondibile chitarra nevrotica echi di elettronica Anni Novanta, un innesto quanto mai interessante e positivo.
Gli Stain si sono formati nel 2016 e sono una delle più interessanti band indie rock provenienti dalla Puglia. Dicono di ispirarsi ai Foals ma nel loro suono sono abbastanza chiare anche le influenza dei Radiohead e la propensione per le atmosfere di un certo rock matematico piuttosto emotivo. Il quartetto barese ha pubblicato un primo album nel 2018, Zeus, accolto con molto favore dalla critica, e ora stanno per far uscire un nuovo EP intitola Kindergarten. Dentro questa parola gli Stain hanno voluto racchiudere sia un riferimento "all'attitudine giocosa e quasi infantile" che ha caratterizzato la creazione di questo nuovo lavoro, sia un omaggio al luogo in cui l'EP ha preso forma, ovvero un vecchio asilo degli Anni Trenta nel centro di Bitonto riconvertito in studio di registrazione, e in cui la band ha vissuto assieme, giorno per giorno, per quasi due mesi. Dopo il primo singolo Erik Woodman, intimo ed evocativo, arriva ora Clay, traccia decisamente più indie rock ed energica. Una canzone che utilizza la metafora dell'argilla per descrivere un'anima agitata e instabile: per quanto duttile, alla fine si rivelerà troppo fragile, pronta ad andare in mille pezzi.
Cavaleon
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