Quando Lennard Rubra dichiara di voler fare un disco di "canzoni molto pop" dobbiamo, ovviamente, accogliere questa affermazione con qualche cautela. Primo, perché il concetto di Pop è, oggi più che mai, labile, mutevole, stiracchiabile. Secondo, perché nei suoi lavori precedenti (che qui seguiamo sempre molto incuriositi) il giovane cantautore di Riccione ha mostrato una bella propensione a spiazzare l'ascoltare, a giocare con la sorpresa e l'ironia. E infine, perché non possiamo essere del tutto sicuri che l'idea di Pop che hanno sul pianeta da cui proviene Lennard sia la stessa che circola su questa nostra vecchia Terra.
Sia come sia, è l'estate del 2021 e dopo Paracusie Notturne del 2018 e Transanomia dell'anno successivo, vede finalmente la luce Pop Mania, una raccolta di 10 tracce (purtroppo per ora solo su Spotify, nemmeno un Bandcamp, per non parlare di una cassettina!) curata da La Barberia Records e Circa Diana Produzioni.
Il rinnovato "pop" secondo Lennard non perde le altre caratteristiche della sua musica: quell'atmosfera ipnotica e ossessiva (Paranoia), e al tempo stesso la capacità di liberarsi e sciogliersi dentro melodie distese. Quei toni a volte beffardi o intransigenti, e poi certe folgoranti concessioni romantiche (Alta Marea). L'intricato e tenace sferragliare delle chitarre (Luce di lucciola) che rivela, all'improvviso, inaspettati orizzonti passionali (Plagio Di Un Sentimentalismo Passato).
"Mi affascina quell'aura di solennità sfumata da ingenuità, semplicità e sincerità delle canzoni d'amore italiane di una volta. Ero immerso in quell'atmosfera". E così, tra gli ascolti di un Gino Paoli insolitamente post-punk e matematico, e il consueto profluvio di influenze più disparate che mai, prende vita un disco compatto e intransigente, con un fascino che lascia storditi. "Pop Mania nasce in un periodo di ossessioni, rinascite, coinvolgimenti, delusioni, instabilità, manie di grandezza, depressione, euforia ed autoisolamento. La cosiddetta unificazione degli opposti". E davvero tutti questi opposti si percepiscono, per così dire, "all'unisono" dentro queste nuove canzoni.
"Ho sempre curato i miei dischi dalla composizione fino al mixaggio da solo, autoisolandomi. Sarà che ho le idee chiare, sarà che sono sociofobico", spiega Lennard Rubra. Ma se questa "splendida solitudine" arriva a produrre risultati di una tale originalità, beh, insomma, cerchiamo di non disturbarlo troppo, e aspettiamo con curiosità la prossima evoluzione pop.
Commenti