Diciamo sempre che a Bologna non succede mai nulla, e poi all'improvviso qui in città appare una compilation come All You Can Beat Vol.1, con l'obiettivo dichiarato di tirare fuori il meglio anche da un anno difficile come questo 2020. La raccolta è l'esordio di una collana di compilation dedicata alla scena Rock N'Roll, Rockabilly e Garage Punk italiana e non. Nasce da un gruppo di musicisti bolognesi durante il periodo del lockdown: "La clausura forzata ha portato le band a reinventarsi. Lontani dalla dimensione della sala prove, i musicisti hanno adottato nuove soluzioni, nuovi strumenti musicali e nuove modalità di composizione. Le bacchette si sono trasformate in spaghetti, la batteria in un set di pentole, i Fender Twin sono spariti per dare spazio a chitarre distorte registrate in diretta negli hi-fi di casa". Non a caso, questo primo volume ha come sottotitolo Kitchens, Toilets & Musicians in a Pandemic e racchiude brani prodotti esclusivamente durante la quarantena di un po' di nomi noti anche da queste parti: Andy MacFarlaine, B&B, Muddy Worries, The Giant Undertow, The Coffeekillers, Lovesick Duo, The Jackson Pollock e Ferro Solo:
Dietro il nome Floating Room c'è Maya Stoner, musicista residente a Portland ma di origini ryukyuane (se anche voi non sapete nulla di questa drammatica storia, tra colonialismo giapponese e americano, la Stoner ha scritto un interessantissimo articolo su Talkhouse). A fine mese uscirà il suo nuovo EP in 7 pollici intitolato Tired And True, il primo davvero indipendente e in cui assume il pieno controllo della propria musica. Abbandonate le influenze più shoegaze degli esordi, Floating Room sembra muoversi verso un indie rock più classico, e nelle due anticipazioni che si possono già ascoltare - nonostante le influenze dichiarate puntino verso Deerhunter e Television, a me ha ricordato anche certi toni alla Mitski e Nat Vazer:
Qui si faceva il tifo per i Kiw Jr. già dai tempi del loro esordio, il clamoroso Football Money del 2019. Per cui qualche giorno fa, quando è uscita la notizia che la band di Toronto, Ontario, è stata messa sotto contratto niente meno che dalla SUB POP sono stato davvero super contento. Nel 2021 arriverà un nuovo album e, ad anticiparlo, c'è questa divertentissima e surreale Undecided Voters che - con perfetto tempismo - si rivolge a tutti quelli che restano ancora indecisi pur di fronte allo sgretolarsi della democrazia.
C'è una voce nuova in casa We Were Never Being Boring! È una cantautrice di vent'anni, è di Modena, si chiama Irene Pignatti, in arte Prim. Com'è logico, data la sua età, il suo modo di intendere indiepop parte da riferimenti che per me sono ancora tutti da scoprire: «Più o meno da quando avevo 14 anni ho sempre scritto canzoni con la mia chitarra acustica, un po’ alla Taylor Swift, però mi piacevano anche altre cose. Sono sempre stata attratta da gruppi indiepop inglesi, come ad esempio The 1975 o Daughter». Una volta messa assieme una band tutta sua, è riuscita a dare forma concreta a questa ispirazione e ha registrato il suo EP di debutto, Before You Leave. Ma oltre alle dichiarate influenze contemporanee, come The Japanese House e The Neighbourhood, in certi passaggi – per esempio in questa scanzonata Cheap Wine – mi sembra di ritrovare l’ispirazione gentile di Allo Darlin’ o di Hello Saferide:
Un ultimo album nel 2017 dallo strepitoso titolo Leave Your Worries At Home, They'll Be There When You Get Back e poi più nulla. Ora gli australiani Lunatics On Pogosticks sembrano essere tornati, almeno per il tempo di una canzone, con la contagiosa Don't Need Sunshine, pop punk da spiaggia con una tromba che sembra presa in prestito dai Los Campesinos!
Se ancora sognate un mondo in cui un "original, exciting and mesmerizing mix of French ye-yé, sixties beat shakers and easy-listening delights" possa sconvolgere la musica, gli olandesi Fleur sono la band che fa al caso vostro. Il loro album di debutto, intitolato come loro e pubblicato dalla label spagnola Bickerton Records snocciola con calligrafica perizia tutti i riferimenti giusti che vanno da France Gall a Serge Gainsbourg a Françoise Hardy. Operazione molto divertente e molto elegante, dai risultati forse un po' altalenanti, ma che ogni tanto indovina singoli irresistibili come questa La Tribu Des Trompettes. Preparate i Martini:
Lauren e Pat, batteria e chitarra, da Melbourne, assieme formano i Farewell Horizontal, nome che suppongo rimandi al romanzo di fantascienza di K. W. Jeter (lo scrittore che ha inventato l'etichetta "steampunk"). Il duo australiano suona un indie rock che può spaziare in territori quasi Sebadoh o Pavement, ma che riesce anche a rivelare lati incredibilmente melodici e jangling, come in questa deliziosa I Don't Know Anymore, traccia contenuta nel loro self released Avoiding The Void:
Una cosa che non mi aspettavo per nulla e che è stata una bellissima sorpresa: un nuovo singolo dei Club 8 nel 2020! Senza troppi clamori e senza troppe spiegazioni (è in arrivo un album? qual è la storia di questa canzone?) hanno pubblicato un singolo su Soundcloud (nemmeno Bandcamp!) intitolato Our Little Loving. Un adorabile minuto e mezzo super contagioso, un po' come se Peter Bjorn e John avessero prodotto i Camera Obscura, con tanto di botta e risposta tra le voci di Karolina Komstedt e Johan Angergård e fischietto nel ritornello. Svezia, qui ti si vuole sempre un gran bene!
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