Robert Sekula, frontman degli storici 14 Iced Bears, ha pubblicato qualche giorno fa una canzone che ha definito "a non-Christmas single" e che, infatti, si intitola perentoriamente Not Santa Claus. Io lo prendo in parola, però bisogna dire che con quei campanellini e con quella melodia malinconica-ma-non-troppo-ma-forse-anche-sì vorrei proprio dire che ha tutte le caratteristiche giuste per renderla una canzone di Natale perfetta:
"I hope that Santa Claus gets you a conscience this Christmas": il primo singolo da cinque anni a questa parte per Simon Aldred e i suoi Cherry Ghost è una canzone di Natale che non ha nulla di banalmente allegro o spensierato, ma punta il dito sulle pessime condizioni in cui versa la sua Gran Bretagna, all'alba della vittoria elettorale di Boris Johnson e dei Conservatori. Blue Christmas, però, non è soltanto un canto di rabbia e il suo messaggio di speranza finale è che l'amore "soothes the wounds left open by inequality and injustice". Cherry Ghost devolve i proventi del singolo a Lifeshare, un'associazione che si occupa di assistenza ai senzatetto.
Da ormai nove anni consecutivi, l'etichetta discografica indipendente di Vancouver Kingfisher Bluez (Tim The Mute, Peach Pit, Capitol, Winona Forever...) sta portando avanti la tradizione di pubblicare ogni dicembre un 45 giri natalizio a scopo benefico. Quest'anno, per esempio, "100% of 7" profits will be donated to 1-800-SUICIDE and Crisis Centre BC". Il singolo del 2019 è uno split tra le interessantissime Club Sofa e, nel lato B, una collaborazione tra Carla J. Easton e Eugene Kelly dei nostri cari Vaselines.
The Hanna Barberas sono una vecchia conoscenza delle playlist natalizie da queste parti (nonché di questa rubrica a forma di jukebox) e il loro Christmas Bandwagon arriva al secondo volume. Indiepop diretto, divertente e senza fronzoli, come vorrei che fosse sempre. In scaletta anche una rivisitazione del loro precedente "cavallo di battaglia" Oh Santa Claus, un classico come The Christmas Song di Nat King Cole e una inaspettata cover di Christmas Time Again di Reuben Anderson, reggae natalizio degli Anni Sessanta. Ancora una volta, i proventi dell'EP andranno in beneficenza, a favore dell'associazione Shelter, che offre aiuto senzatetto britannici.
Una delle canzoni di Natale che mi è piaciuta di più quest'anno è la terza uscita a nome Stars On Fire, il nuovo progetto di Christoph Mark, californiano residente a Seoul, che già avevamo conosciuto quasi vent'anni fa con gli Ampersand. Please Come Home for Christmas (che esce anche in 7 pollici per la indie label greca Old Bad Habits) è una traccia che riesce a stare in equilibrio tra shoegaze e dolcissime jangling guitars, fermandosi un momento prima di sfociare nel rumore, e con una melodia sottolineata da una tromba che fa commuovere.
Da Birmingham via Stoccolma, dove fa base la loro label PNK SLM, arrivano gli Swampmeat Family Band, formazione che mescola indie rock, blues, rockabilly e classico folk americano. Il loro singolo natalizio, A Present For Me, è un inno pieno di romanticismo disperato: "Somewhere down the line / There will be a present for me / I just hope that it's you / Underneath that tree". Anche la band britannica devolve i proventi della canzone in beneficenza: "All profits will go to Birmingham homeless charities so hopefully we can do a little bit with our Xmas ditty to help a few folks out during what can be a shitty time for far too many."
Il geometra Calboni di fantozziana memoria è sempre stato un personaggio chiave per capire un certo lato del carattere italiano, sbruffone e vanitoso. Mescolare la Courmayer di Calboni con l'estetica tutta Ottanta della Cortina di Vacanze di Natale, film caro alla generazione successiva a quella di Villaggio, è l'idea di Nico LaOnda per il suo singolo natalizio Calboni. Il nuovo progetto di Nicola Donà (Calorifer Is Very Hot, Dizzyride, Horrible Present e chissà quanti altri) è qui alle prese con un synth pop agrodolce e un po' vintage, in cui la nostalgia non sembra mai prendersi troppo sul serio e viene sempre mitigata dalla voglia di riderci sopra.
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