Una canzone che sembra uscire da una radiolina dentro un film Anni Sessanta, magari una radiolina che suona in un bar di surfisti. In una scena balneare e piena di luce gli occhi di lui incrociano, ovviamente da lontano, gli occhi di lei. La canzone dice “You only want me when you can't have me”, che già di suo è un mezzo manifesto indiepop, e la canta un gruppo chiamato Tennis Club.
Particolare curioso: i Tennis Club non potrebbero trovarsi più lontani da qualunque cosa riguardi il surf, dato che provengono da Joplin, Missouri, nel cuore degli Stati Uniti, letteralmente a metà strada tra le due coste. Eppure, hanno appena pubblicato un adorabile album di canzonette da spiaggia, tra bassa fedeltà e viscerale amore per i Beach Boys. In mezzo a quell'immaginario Kodachrome, trovano posto anche ritornelli scanzonati che sembrano arrivare dalle All Girl Summer Fun Band e chitarre polverose che mi hanno fatto tornare in mente i Babies.
Avevamo già conosciuto i Tennis Club un paio di anni fa con un EP su Spirit Goth Records, un po’ più garage e sgangherato, ma con questa nuova uscita sembrano avere scelto di immergere la loro musica in atmosfere dalle tinte pastello. L’album, non a caso, si intitola Pink ed esce per la nostra cara etichetta di Madrid Elefant Records (scelta quanto mai appropriata se si considerano pezzi come Pink Sweater! Pink Shoes! oppure Mexico City (Rich Girls), cantata pure in spagnolo).
Tra racconti di poliziotti fantasma che ti sequestrano l’erba e immancabili break-up songs adolescenziali, i Tennis Club non si fanno mancare storie un po’ assurde su birre bevute nei parcheggi, ragazze dagli occhi color champagne e sui discutibili passatempi che hanno luogo nei bagni delle discoteche. Il cantante e chitarrista Wilson Hernandez, insieme a Tehya Deardorff al basso e Sean O’Dell alla batteria, riesce a stipare dieci canzoni in dieciassette minuti (su uno strepitoso dieci pollici rosa!) e ci regala un fantastico disco da cantare sulla strada per il mare.
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