"I thought you liked me / but you, you just wanna smoke my weed". Storie di feste che non si sa bene come sono andate a finire, ragazze che non abbiamo ancora capito se sono diventate ex o cosa, ma intanto facciamoci un giro in macchina con i tuoi amici (sono tuoi amici questi?) e stiamo ancora un po' fuori. Garage rock a bassa, bassissima fedeltà, voci che arrivano da una radio rotta in cantina, melodie irressitibili come un pacco da sei birre che ti aspetta in frigo dopo questo pacco da sei birre che abbiamo appena aperto: mi sembra di riascoltare per la prima volta i vecchi Harlem. Loro si chiamano Tennis Club, provengono da Joplin, Missouri, hanno appena pubblicato uno sgangheratissimo, fulminante e delizioso album su Spirith Goth Records per il quale non hanno nemmeno fatto lo sforzo di inventarsi un titolo. Forse non inventano nulla nella storia del rock, ma io non so cosa darei per essere a qualche party là con loro stasera!
"I thought you liked me / but you, you just wanna smoke my weed". Storie di feste che non si sa bene come sono andate a finire, ragazze che non abbiamo ancora capito se sono diventate ex o cosa, ma intanto facciamoci un giro in macchina con i tuoi amici (sono tuoi amici questi?) e stiamo ancora un po' fuori. Garage rock a bassa, bassissima fedeltà, voci che arrivano da una radio rotta in cantina, melodie irressitibili come un pacco da sei birre che ti aspetta in frigo dopo questo pacco da sei birre che abbiamo appena aperto: mi sembra di riascoltare per la prima volta i vecchi Harlem. Loro si chiamano Tennis Club, provengono da Joplin, Missouri, hanno appena pubblicato uno sgangheratissimo, fulminante e delizioso album su Spirith Goth Records per il quale non hanno nemmeno fatto lo sforzo di inventarsi un titolo. Forse non inventano nulla nella storia del rock, ma io non so cosa darei per essere a qualche party là con loro stasera!
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