Musica Nelle Valli 2010: The Gecco's Diary
Anche quest'anno ho il piacere di ospitare qui sul blog Gecco, ovvero DJ Minaccia, con il suo report tutto matto dal super festival Musica Nelle Valli.
Accaparratevi un Cartoccio di Ugo, mettetevi comodi e si parte:
Anche quest'anno ho il piacere di ospitare qui sul blog Gecco, ovvero DJ Minaccia, con il suo report tutto matto dal super festival Musica Nelle Valli.
Accaparratevi un Cartoccio di Ugo, mettetevi comodi e si parte:
Dopo l'epica avventura dell'anno scorso non potevo mancare all'edizione di quest'anno di Musica nelle Valli, il noto festival organizzato da Tizio (Bob Corn) in un posto dove le valli sono lontane centinaia di chilometri. Devo dire che da quando si è spostato dal tendone da circo di Finale Emilia al Barchessone Vecchio di San Martino Spino la cosa si è un po' ridimensionata, calando dal punto di vista dei gruppi musicali, ma è cresciuta tantissimo dal punto di vista umano.
Io, come al solito, facevo il roadie di qualcuno, quest'anno il roadie dei Camillas (anche se in realtà mica ho fatto niente per potermi fregiare del titolo di roadie). È noto che viaggiare coi Camillas è una delle esperienze migliori che uno possa fare, cominci a ridere da quando li incontri e poi smetti di ridere dopo che li hai salutati, ma molte ore dopo.
Ma tralasciando questo: siamo arrivati al Barchessone Vecchio, che ho prontamente taggato su Foursquare, verso l'una circa, e subito sono partiti i saluti di rito. Ma, più importante dei saluti di rito, è partita anche la campagna di sensibilizzazione a favore di Dj Minaccia, studiata dai Camillas stessi. Vista la mia, temporanea, carenza di money avevo deciso di dedicarmi allo gnocco fritto in sfavore dell'acquisto di dischi e cd in cui mi prodigo di solito in questi eventi.
Dopo la performance di Bob Corn nello stand dello gnocco fritto, condita dai suoi soliti aneddoti che ci piacciono tanto, i concerti si sono spostati dentro il Barchessone con Claudio Rocchetti che, giorni prima, avevo erroneamente archiviato sotto la categoria "rock" nel gestionale del Plastic. Claudio Rocchetti, di cui non sapevo nulla fino a ieri, praticamente suona un mixer con dei droni di roba ambient
e di inneschi e di rumori vari che a tratti era fighissimo e a tratti noiosissimo. Sono uscito dal tunnel di quella roba anni fa.
Poi ha suonato Lina Paul, cantautoressa che... beh sono uscito sull'erba dopo due pezzi circa. E a seguire i genovesi Blown Paper Bags con pezzi nuovi, e anche un disco nuovo, che hanno un po' spaccato tutto. Poi i Voom, che secondo tizio hanno vinto il festival e in effetti forse è stato proprio così. A seguire ha suonato Art Of Flying ma io ero tipo stanchissimo e mi sono semplicemente steso sull'erba a dormire, rievocando le mie imprese dell'anno precedente.
Mentre dormivo mi è anche caduto un bambino addosso mentre giocava a pallone.
Al mio risveglio ho trovato accanto a me un volantino sulle scie chimiche.
Dopo essermi ripreso non proprio del tutto sono tornato ai tavoli a fare public relations insieme al jet set della scena in cui un appassionato di name dropping avrebbe fatto faville. Nel mentre stavano suonando i Love Boat, sardi rimasugli dei Rippers ma con molta botta di scazzosità in più rispetto ai Rippers. I Ripeprs mi
facevano cagare, questi no. Musicalmente sono quasi uguali.
Mentre mi siedo a fianco a vedermi i Rippers arriva da me Ruben Camillas e mi fa segno col pollice alzato e un sorrisone... Avevo già capito tutto. Ed ecco arriva il loro momento: impeccabili come al solito, con nuovi brani che ammiccano alla dance o al primo Vasco Rossi, e poi, nel momento in cui Zagor comincia a dire "egle egle egle egle egle" al microfono che prendo subito dalla tasca il mio ipod (che fa anche i video) per fermare su una memoria a stato solido quel momento epico. I Camillas, che da anni ironizzano sui Massimo Volume, suonano un pezzo con Egle Sommacal, dato il suo noto passato con la band bolognese. Il momento è storico, quasi più dell'incontro dei Camillas con Mimì. Egle poi si rivela un tipo tranquillissimo. La sua performance musicale di sola chitarra e fiati, successiva ai Camillas, non mi convince troppo, risultandomi forse un po' troppo intellettuale ma, comunque, sembra la conclusione perfetta per il festival.
A seguire ben due gnocchi fritti e chiacchiere a iosa coi presenti. I ricordi delle chiacchiere li terrò per me visto che comunque a raccontarli non renderebbero allo stesso modo.
E ora una lista in ordine sparso per i fanatici del name dropping: Tizio, Matteo Casari e la Genova Bene di Disordedrama, Fabrizio dei Sumo, la Mara delle Black Candy (e ad un certo punto credo di aver incrociato anche l'Alice), il bassista dei Three In One Gentleman Suit, uno dei Rosolina Mar, Onga Boring Machine, Davide Brace e anche altri voti noti di cui però ignoro il nome.
Ed ecco un elenco di momenti da ricordare: Egle che ride, Fabrizio/Sumo che parla in romanaccio agli americani, il tizio dei Love Boat che sputa con cattiveria sulla sedia che mi si era rotta sotto il culo, il bambino che mi cade addosso, Tizio che fa la cover dei Nomadi, il dialogo sulle rane bue.
Bellissima giornata, mi dispiace di essermi perso i Red Worms Farm, Musica Da Cucina e forse anche i Tunas... per il resto tutto bellissimo.
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