Tra le tante giovani formazioni che negli ultimi anni si sono dedicate a recuperare, riprendere o anche proseguire la lezione di band storiche come Stereolab, Broadcast ed Electrelan, giusto per citarne alcune tra le principali, il quintetto parigino degli En Attendant Ana si è contraddistinto per un approccio piuttosto raffinato, capace di accogliere dentro un indiepop sempre molto aggraziato tanto la tradizione delle voci dei Sessanta francesi quanto le linee più libere e aperte del jazz.
Ora gli En Attendant Ana giungono al traguardo del terzo album, intitolato Principia e pubblicato dall’etichetta di Chicago Trouble In Mind Records. Principia rappresenta un importante punto di svolta nel percorso di maturazione della band, espandendo e perfezionando ulteriormente la felice fusione tra intellettuali sperimentazioni e dolcezze pop, per esempio nella title track in apertura oppure nel singolo Same Old Story.
Guidata dalla voce radiosa e sicura di Margaux Bouchaudon, la band francese sa costruire canzoni tanto docili quanto inquietanti, languide oppure scontrose. Gli En Attendant Ana raccontano di avere composto questo nuovo album “da un punto di vista carico di confusione sullo stato del mondo e sul nostro ruolo dentro di esso, andando in cerca di risposte tanto all'esterno quanto all'interno di noi stessi”. I testi parlano di collasso sociale, dell’inesorabile consumismo, delle aspettative troppo alte che assillano la nostra quotidianità e del nostro bisogno di fuga. Eppure, gli En Attendant Ana sanno affrontare questi argomenti pesanti con un tocco lieve, senza cedere al dramma e alla tristezza esasperata, ma consapevoli quanto basta per riconoscerne la presenza, la pervasiva influenza. Forse qualcuno accuserà gli En Attendant Ana di essere diventati eccessivamente gentili verso la propria musica, di avere abbandonato certe sfumature più fuzzy e scanzonate, ma è un’apparenza che può rivelare un carattere inflessibile e severo. Per esempio, la sorprendente Wonder si apre con una parte iniziale introspettiva, affidata alla sola voce della Bouchaudon, ma presto emerge un ritmo implacabile e insistente, su cui a poco a poco si innestano tutti gli strumenti, in un crescendo collettivo, in cui non sai se abbandonarti alla festa danzante o chiuderti in un solitario sconforto.
Nell’esplorazione estesa di Principia, troviamo alcuni punti fermi: la tromba e il sassofono del polistrumentista Camille Frechou; certe chitarre quasi velvetiane; certe propulsioni kraut, che all’occorrenza sanno trascinare il suono verso un martellante rumore. Ma quello che si può definire come vero ed eclatante elemento distintivo di questi “nuovi” En Attendant Ana è la disinvolta competenza con cui, all’interno di un album coeso e compatto, dispensano eleganza e fascino in forma di pop.
Guidata dalla voce radiosa e sicura di Margaux Bouchaudon, la band francese sa costruire canzoni tanto docili quanto inquietanti, languide oppure scontrose. Gli En Attendant Ana raccontano di avere composto questo nuovo album “da un punto di vista carico di confusione sullo stato del mondo e sul nostro ruolo dentro di esso, andando in cerca di risposte tanto all'esterno quanto all'interno di noi stessi”. I testi parlano di collasso sociale, dell’inesorabile consumismo, delle aspettative troppo alte che assillano la nostra quotidianità e del nostro bisogno di fuga. Eppure, gli En Attendant Ana sanno affrontare questi argomenti pesanti con un tocco lieve, senza cedere al dramma e alla tristezza esasperata, ma consapevoli quanto basta per riconoscerne la presenza, la pervasiva influenza. Forse qualcuno accuserà gli En Attendant Ana di essere diventati eccessivamente gentili verso la propria musica, di avere abbandonato certe sfumature più fuzzy e scanzonate, ma è un’apparenza che può rivelare un carattere inflessibile e severo. Per esempio, la sorprendente Wonder si apre con una parte iniziale introspettiva, affidata alla sola voce della Bouchaudon, ma presto emerge un ritmo implacabile e insistente, su cui a poco a poco si innestano tutti gli strumenti, in un crescendo collettivo, in cui non sai se abbandonarti alla festa danzante o chiuderti in un solitario sconforto.
Nell’esplorazione estesa di Principia, troviamo alcuni punti fermi: la tromba e il sassofono del polistrumentista Camille Frechou; certe chitarre quasi velvetiane; certe propulsioni kraut, che all’occorrenza sanno trascinare il suono verso un martellante rumore. Ma quello che si può definire come vero ed eclatante elemento distintivo di questi “nuovi” En Attendant Ana è la disinvolta competenza con cui, all’interno di un album coeso e compatto, dispensano eleganza e fascino in forma di pop.
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