New shirt, new hair
Never fit in anywhere
It feels nice
I feel nothing at all
It feels nice
I feel nothing at all
Questi quattro concisi versi racchiudono già tutto un mondo. Un mondo dove non è semplice decidersi a diventare adulti e andare via dalla casa dei tuoi genitori, non è semplice vivere insieme a qualcuno che pure ti ama, e non sembra semplice nemmeno sapersi gestire quel tanto che basta per non dover mangiare avanzi e schifezze ogni giorno, arrivare costantemente in ritardo ovunque, o non far morire sempre tutte le piante del giardino. Quel "never fit in anywhere" nonostante sappiamo bene cosa bisognerebbe fare, in fondo è soltanto un'altra maniera per esprimere quella poetica slacker a noi così cara.
Ne sono autori i Teen Angst, che non a caso intitolano il loro album Barn Sour, espressione gergale usata per descrivere un cavallo a cui non piace lasciare il comfort della propria scuderia e uscire all'aperto. Il quartetto proveniente da Perth, costa ovest dell'Australia, definisce il proprio genere "dreamy anti-social pop" (e già con questo si conquistano il mio cuore) e sembra rifugiarsi dentro queste canzoni, dentro un certo deadpan humour (I found you in my room / Oh, wait, we share this room") e una tormentata apatia, per sfuggire all'assurdità delle pretese della vita di tutti i giorni.
Dopo l'EP Not So Vitriolic del 2019, il nuovo album affina i suoni, meno lo-fi e acerbi, più jangling e disciplinati, merito forse anche della produzione di Broderick Madden-Scott (già al lavoro con Stella Donnelly, Gum e San Cisco, fra gli altri). Se sentite la mancanza dei primi Goon Sax o degli Stevens, o se amate le melodie storte degli Stroppies, con i Teen Angst vi sentirete a casa. Entrate in Barn Sour, i ragazzi vi faranno posto sul divano.
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