«"Al SXSW Festival è stato strano, perché suonavamo e guardavamo il pubblico, ed era un gruppo di persone che sembrava avere l'età di mio padre o anche di più, e si muovevano in quella maniera", ricorda Penelope Lowenstein, chitarrista e cantante delle Horsegirl, mimando un languido ciondolare del capo mentre le sue compagne di band ridono accanto a lei. "Certo, lo apprezziamo davvero", aggiunge rapidamente, ma l'obiettivo del trio di Chicago non è quello di fare musica per le generazioni più vecchie: "Se le persone anziane sentono che la nostra musica va bene per loro è fantastico, ma non vogliamo che si sentano troppo a loro agio"»
Lascio qui, a mia futura memoria, il paragrafo iniziale di questa bella intervista alle Horsegirl pubblicata da NME. Non ero presente tra quei brizzolati "matusa" ad Austin ma se ci fossi stato non avrei certamente mancato di piazzarmi in prima fila, magari giusto un po' a lato, a ciondolare estasiato e a mettermi in ridicolo agli occhi delle Horsegirl. Come sempre, è bene ricordarsi di tanto in tanto che "the kids are coming up from behind" e siamo fortunati che succeda ancora.
Per chi era già in giro quando nasceva il suono delle chitarre che oggi le Horsegirl hanno fatto proprio: il punto non è dare soddisfazione a noi Generazione X, a lasciarci finalmente proclamare "avevamo ragione", oppure puntualizzare "senti questa asprezza Sonic Youth, senti questa indolenza Pavement" (i quali, tra l'altro, hanno appena invitato le Horsegirl come opening act alla data di Chicago del loro prossimo reunion tour). Il fatto che questa musica coincida alla perfezione con quella che ci fa battere il cuore risulta del tutto accidentale.
Le ragazze sono qui per raccontare e costruire qualcosa di nuovo e diverso ("We would love to get kids interested in guitar music and punk music” dichiarano ancora nell'intervista), e il video che accompagna il loro ultimo singolo Dirtbag Transformation (Still Dirty) intende mostrarlo nel modo migliore che gli riesce: in mezzo a immagini sgranate da VHS, c'è una specie di allegro e stravagante raduno di artisti poco più che adolescenti. Le Horsegirl spiegano che "the video provides a small look into our Chicago youth scene - it includes members of bands like Lifeguard, Friko, Dwaal Troupe, and Post Office Winter all grouped into oddball bands with weird gimmicks". A qualcuno sembrerà ingenuo, per altri è tutto quello che occorre dire. Divertirsi, supportarsi a vicenda, sentirsi coinvolti: questo è una scena, il loro mondo. Magari, come sostengono le Horsegirl, io dovrei sentirci troppo a mio agio, ma almeno lasciatemi essere davvero felice per loro.
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