I turn my love into sound
Put the anger to the ground
In rete non si trovano molte informazioni intorno ad Arthur Dubois, il giovane musicista di Parigi dietro il misterioso nome Persica 3 che ha appena pubblicato quello che lui stesso definisce "my jangly noisy debut mini album". Meglio così, meno distrazioni e più limpido il piacere di abbandonarsi al suono liquido di Tangerine (uscito anche in cassetta per Hidden Bay Records). L'EP raccoglie sei canzoni (più un intermezzo strumentale) che spaziano da un pop psichedelico che richiama subito alla mente Panda Bear e Animal Collective, a languide ballate che potrebbero rientrare nel repertorio dei Real Estate, con un grandioso finale che sembra un omaggio a certe atmosfere dei Broadcast (e affine alla strada intrapresa dai californiani Dummy).
La tavolozza dei suoni è ampia, passando da delicate chitarre acustiche a strati e strati di synth, sotto i quali si perdono i riverberi di una voce spesso in falsetto. A volete si rincorrono chill beats molto lo-fi, quasi da classicità contemporanea, farciti di campionamenti spaesati: risate, voci di bambini, frusciare di vinile, frinire di cicale.
Chiarite queste coordinate, questo disco sembra uno di quei casi in cui il risultato è superiore alla semplice somma dei suoi elementi. Tangerine fluttua in una galassia lontana, la esplora con immensa tranquillità, si prende tutto il tempo per andare alla deriva senza perdersi mai in sperimentazioni fini a sé stesse. La musica di Persica 3 rimane pop, dolcissimo, dolentissimo pop, anche quando parte per orbite lontanissime. Ed è un vero piacere poter salire a bordo e partecipare a questa missione.
"I'm just trying to escape / a strange vision of the world you shared" sono le ultime parole del disco, forse non a caso.
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