Immagina come sarebbe spogliarsi della propria pelle, del peso che ci piega la schiena, del passato che preme dietro la fronte. Di colpo emergere, come si emerge dopo una lunga apnea, come si aprono gli occhi dopo avere vagato a tentoni. Ti immagini come sarebbe, con un gesto solo, appianare i pensieri e i desideri, poter dire “io” senza presunzione né vergogna. Soprattutto, immagina come sarebbe poter finalmente smettere di sentire sempre il bisogno di dire “io”, e trovare un ritmo della vita più fluido e libero.
Deve essere arrivato, per Costanza Delle Rose, un momento in cui liberarsi della propria vecchia pelle era diventato necessario, inevitabile. “Mi ero da poco trasferita in una nuova casa, stavo iniziando una nuova vita e avevo perduto tutte quelle certezze che fino a quel giorno avevano fatto parte della mia esistenza”. Costanza è stata la cantante e la bassista dei Be Forest, band shoegaze di Pesaro che ha lasciato una traccia importante nel suono indie rock italiano dell’ultimo decennio. Arrivata a un punto di svolta quell’esperienza, Costanza ha deciso di cambiare pagina ed è partita per Londra proprio alla vigilia della pandemia, e là ha passato suo malgrado la lunga stagione del lockdown. Ha quindi cominciato a comporre la sua nuova musica: “Quando troppe sensazioni, pensieri e domande si accumulano, l’unico modo che conosco per calmare la mia mente è quello di scrivere e suonare”. Ed è qui che prende forma Koko e prende forma Shedding Skin, un disco attraverso il quale Costanza comprende, per citare un verso della prima canzone, Sayonara, cosa vuole fare e come: “I just wanna be alive, feel my heart and then say goodbye / I won't come back but I'll be fine”.
Deve essere arrivato, per Costanza Delle Rose, un momento in cui liberarsi della propria vecchia pelle era diventato necessario, inevitabile. “Mi ero da poco trasferita in una nuova casa, stavo iniziando una nuova vita e avevo perduto tutte quelle certezze che fino a quel giorno avevano fatto parte della mia esistenza”. Costanza è stata la cantante e la bassista dei Be Forest, band shoegaze di Pesaro che ha lasciato una traccia importante nel suono indie rock italiano dell’ultimo decennio. Arrivata a un punto di svolta quell’esperienza, Costanza ha deciso di cambiare pagina ed è partita per Londra proprio alla vigilia della pandemia, e là ha passato suo malgrado la lunga stagione del lockdown. Ha quindi cominciato a comporre la sua nuova musica: “Quando troppe sensazioni, pensieri e domande si accumulano, l’unico modo che conosco per calmare la mia mente è quello di scrivere e suonare”. Ed è qui che prende forma Koko e prende forma Shedding Skin, un disco attraverso il quale Costanza comprende, per citare un verso della prima canzone, Sayonara, cosa vuole fare e come: “I just wanna be alive, feel my heart and then say goodbye / I won't come back but I'll be fine”.
Queste sette canzoni documentano il cammino di Koko verso l’accettazione di questo nuovo essere. “Step by step you can live all the moments”, canta See You, il più semplice dei consigli e il più complicato dei metodi. Il cammino passa anche attraverso la solitudine (“I've locked myself inside a chamber that I built with my hands”), ma lungo la strada Koko non è sempre sola: ci sono stelle e astri a guidarla (Polar Wander), e ci sono amici preziosi (“Keep playing with me / Please don’t stop”, chiede Fireflies), e alcuni collaborano alla stessa realizzazione del disco, come Jack Milwaukee degli M!R!M, che lo ha prodotto e mixato. E poi ci sono amici che non sono più tra di noi ma che non lasceranno mai il nostro cuore, come Andrea “Guagno” Guagneli dei Brothers In Law, a cui è dedicata For A Dreamer.
La musica di Koko riesce a essere impalpabile e sognante, per raccontare i più lievi sussulti dell’anima, a volte con sfumature più dark, ma sa farsi anche pop e scintillante, con una vocazione sintetica che in futuro potrebbe regalarci sorprese. Per ora, custodiamo questa piccola opera prodigiosa e sincera: “goodbye old skin, goodbye, goodbye forever”.
La musica di Koko riesce a essere impalpabile e sognante, per raccontare i più lievi sussulti dell’anima, a volte con sfumature più dark, ma sa farsi anche pop e scintillante, con una vocazione sintetica che in futuro potrebbe regalarci sorprese. Per ora, custodiamo questa piccola opera prodigiosa e sincera: “goodbye old skin, goodbye, goodbye forever”.
Questa sera Koko arriva al Covo Club di Bologna per presentare Shedding Skin dal vivo, e non la perderei per nulla al mondo - a seguire ci sarà anche io a mettere un po' di dischi, per fortuna tra un Fabio Merighi e un Arturo Compagnoni che sapranno cosa fare davanti a un mixer (working title della serata "Gold Soundz", giusto per ribadire l'età media), mentre al Gate 1 ci si può affidare completamente a Emily Clancy e Federico Pirozzi, aka Time Warp.
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