Se un album è capace di tenere assieme sia la leggerezza di certe atmosfere sbarazzine alla Dolly Mixture, sia certi spigoli delle Slits più elusive, ha già tutta la mia attenzione e curiosità. Se poi uno dei singoli che lo anticipa è una super sdolcinata dichiarazione d'amore per Alan Vega dei Suicide ("You were my first one / the one and only / how can I deny that?"), divento all'istante fan di queste Hits, progetto guidato dalla musicista di Oakland Jen Weisberg (in passato già nei Ruby Pins e nei 300 D).
Il loro nuovo album si intitola Cielo Nublado (un titolo molto adatto a questo lunedì!) ed esce per la ormai infallibile Paisley Shirt Records. Dieci canzoni di indiepop scarno ed essenziale che, pur riconoscendo le proprie origini post-punk (vedi Flat Horizon o Rage Juice), sanno anche accarezzare melodie con una delicatezza Aislers Set (500 Foot Square Labyrinth oppure la deliziosa apertura di Static Drizz) o danzare con passo suadente e invitante (Drawstring Ties, che mi ha ricordato certe vecchie cose di Allah Las, Grass Widosw o delle La Luz).
In conclusione, creando un suono "comforting and inscrutable, bizarre and delightful", come vuole la presentazione del disco, Cielo Nublado riesce nell'impresa di riprendere la lezione delle Raincoats e aggiornarla al presente, giocando con l'immaginazione in maniera efficace e molto divertente.
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