Un disco che intende parlare di "peste, sogni, vento, fuoco, creature mitiche e la ricerca dei magazzini segreti del governo" mi pare sia quanto mai in linea con questi tempi folli. Se poi il suono che lo riempie è un post-punk frantumato e teatrale, che riesce a essere oscuro ma anche trascinante, angosciante e ipnotico, che sa rimbombare minaccioso ma anche dissolversi dentro fantasmi impalpabili, ecco che allora abbiamo un'opera che prova davvero a catturare lo spirito di questo 2021. Il disco in questione è il proverbialmente "difficile" terzo lavoro degli olandesi Rats On Rafts, dall'ambizioso e letterario titolo Excerpts From Chapter 3: The Mind Runs A Net Of Rabbit Paths, in arrivo a fine mese su Fire Records.
Il primo nome che mi è venuto in mente ascoltando queste tredici tracce è stato quello dei British Sea Power: stesso talento nel far sorgere ritornelli tempestosi da massacri e battaglie, polvere e abbandono. Ma dove i BSP sembrano virare spesso su certi toni più beffardi e ironici, i Rats On Rafts sono molto bravi a mettere in scena ansie e ossessioni. Non a caso, altri nomi che si incontrano di frequente nelle recensioni che parlano di loro sono i Fall, Wire, Echo & The Bunnymen.
Intricato, decisamente "weird" e saturo di dramma, questo Excerpts From Chapter 3 sembra cambiare le carte in tavola a ogni ascolto: prima colpiscono i pezzi più frenetici (Tokyo Music Experience oppure A Trail Of wind And Fire), poi ti accorgi di cosa si muove nell'ombra sotto tracce più elusive e convulse, come The Disappearence Of Dr. Duplicate oppure Where Is My Dream (la mia preferita in scaletta, un vero e proprio esorcismo di chitarre). Insomma, un disco fatto di metamorfosi e catarsi, sgomento e ferocia, che mi lascia frastornato, nel senso più positivo che si possa desiderare.
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