Some people romanticize competition
I merely look at them and laugh
Tutto quello che gli Yung raccontano intorno al loro nuovo album sembra avere costantemente a che fare con la frustrazione e la stanchezza: la band non era del tutto soddisfatta del disco d’esordio, la band era stremata dai lunghi tour, la band non riusciva a scrivere nuove canzoni, la band non aveva soldi, tutti i componenti non si trovavano mai d’accordo su nulla. “It was a struggle” è la frase che sembra riassumere meglio la condizione in cui ha preso forma Ongoing Dispute, secondo lavoro dal titolo programmatico, che la band danese ha ora fatto uscire per PNKSLM e che arriva a quasi cinque anni da A Youthful Dream.
In effetti, ascoltando queste nuove canzoni, il post-punk degli Yung, già cupo e teso all’origine, sembra scoprire nuove vie per suonare ancora più angoscioso e combattivo. L’elettricità ribollente riesce a farsi pesante, di tenebra, come in Above Water e Dismantled. Ma è il contrasto con altri scatti in avanti, i guizzi di luce folgorante come Autobiography o Such A Man, che rende l’immersione in questo album un’esperienza tumultuosa. Tra accuse per amicizie rovinate dai rancori e fredde osservazioni sull’alienazione a cui ci costringe la società contemporanea, lo “struggle” si trasmette a noi, ci travolge proprio lì dove volevamo che arrivasse, tra l’inquietudine e un’amara rabbia.
Dentro Ongoing Dispute gli Yung riescono a trovare spazio anche per un momento di pura e luminosa poesia Bunnymen come Lust And Learning, mentre la sontuosa chiusura con le chitarre circolari di Friends On Ice sfiora quasi atmosfere dream pop, ma sempre con una punta roca e dolorosa: mentre “everyone is moving on” la voce di Mikkel Silkjær si abbandona a ripetere “consume me, consume me, consume me” fino alla fine della "disputa", fino a quando la resa – la sua, della band e la nostra – non sarà finalmente completa.
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