Immagine di Nonno Indie |
Le canzoni che ascolti alle due di notte, appena sfornate, incrociate per caso, tra l'insonnia, il telecomando e una notifica che lì per lì pensi di non avere capito. Alla fine del sogno. Ieri notte è apparso su Soundcloud un nuovo demo dei Cani, così senza preavviso, senza teaser né lanci d'agenzia. Non fai in tempo a sentirla due volte che qualcuno ha già voluto commentare "l'ennesima brutta notizia del 2020", e un altro "ecco perché sta nevicando stanotte!". Tu hai solo voglia di rimetterla da capo: c'è qualcosa che resta lì, galleggia e non sai afferrarlo. Sento che dall'altra parte già si strappa la mia tela. Il suono della voce filtrata e distante ti aiuta a mettere a fuoco: questa canzone ipersatura ti ricorda tantissimo le atmosfere gelide ma al tempo stesso palpitanti e tumultuose di Lesser Matters. Suona ruvida nei suoi strati di synth e di echi che rimbalzano, ma è limpida come la solitudine di un'alba di dicembre. Ed è una totale meraviglia che Niccolò Contessa riesca a farti tornare lì, dov'era la prima volta che l'avevi incontrato, in mezzo alla sua malinconica Electronic Renaissance, ma avendo portato con sé tutto quello che ha imparato lungo questi dieci anni e che ci ha raccontato con dolorosa accuratezza, senza sprecare una parola. E, alla fine, liberandosene. Quello che sono stato non mi serve più a niente, non significa niente, io non sono più mio, io non sono più niente. È passata una mezza giornata, secoli sui social, si sono sprecate congetture, analisi e giudizi. Ora non m'importa capire se tra la righe, se in quel mantra "Io sono pronto / Io sono morto" sia necessario leggere un "addio" della band, l'annuncio di qualcosa di nuovo, l'atteso ritorno oppure un progetto diverso. Per me contano solo questi tre minuti e venticinque secondi di tempo, queste cento parole, questo ritmo sintetico e questa voce che canta ed è ancora un sogno.
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