Hunger for a way out

Sweeping Promises - Hunger for a Way Out
Original Photo: Caufield. Handmade collage by B. Source: Gimmie Zine


È fantastico esaltarsi così tanto, ancora nel 2020, per un disco fatto per la maggior parte di basso e batteria in presa diretta, di frenetiche strutture post-punk che dovremmo conoscere a memoria e che, non di meno, ancora mi trascinano verso la più candida euforia. Segno che il linguaggio post-punk, dopo tutti questi decenni, non ha ancora perduto la spinta propulsiva e, ancora di più, segno che gli Sweeping Promises sanno costruire canzoni irresistibili, piccoli meccanismi perfetti e incredibilmente efficaci. Dentro il loro debutto Hunger For A Way Out (dieci incalzanti tracce che di rado arrivano ai tre minuti) puoi ritrovare le Slits o le Elastica, gli Au Pairs o i Bush Tetras, ma anche molte affinità con nomi contemporanei come Shopping e Lithics. 

Il duo di Boston sprigiona la stessa incontenibile energia, ed è capace di tenere assieme ritmo e melodia, mescolando pochissimi ingredienti in una formula che fa dell’essenzialità il proprio punto di forza. La cantante e bassista Lira Mondal e il batterista Caufield Schnug (già assieme nei Mini-Dresses e nei Wooden Toys) hanno raccontato nel dettaglio in una bella intervista il loro metodo di lavoro, e mi piace riportarlo qui per intero: “we wanted to capture the action of the space we were in, this cavernous concrete subterranean lab. Because it was so naturally reverberant, we didn’t want to have to sort through the sludgy frequency layering that would’ve occurred if we’d mic’d everything individually. And we were riding high on the spontaneity of the songwriting process and wanted to capture that. So we put our one Shure KSM32 in the middle of the space facing the drums, and then I plugged in my bass amp and had it also facing the mic, and we recorded the basic tracks that way. There are overdubs, of course! There’s no way we could have done the whole thing live just the two of us. But most of those overdubs are all with that same Shure mic, usually keeping it in the exact same position after tracking the drums and bass. It’s on the guitar amp, it’s on my vocals (with the monitor on, so there’s quite a bit of bleed to make them crunchy and ultra-saturated)”.
Questo approccio, ovviamente, non sarebbe stato altrettanto incisivo senza la limpida voce della Mondal al centro di queste canzoni, elemento che sa mostrare potenza e aggressività ma anche colori celestiali, sa bruciare ma anche accarezzare e, in fin dei conti, costituisce il vero perno intorno a cui la musica degli Sweeping Promises può scatenarsi. Davvero difficile riuscire a smettere di ascoltare questo album in loop.





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