Giovanna, Captain Billy, Joey Darling, Elizabeth, Henry, Diego, Mrs. Jones… tutti questi nomi attraversano le canzoni del nuovo album firmato da Gary Olson, una lista che assomiglia a un appello, appaiono per un istante e poi la strofa se li porta via. Sono ricordi che danzano, impalpabili fantasmi (parola che ricorre spesso in questo disco) appena evocati da una cartolina, da un segno di penna tracciato sopra una mappa, dalla luce scintillante di un pomeriggio d’inverno che incontra la sera.
Gary Olson sta parlando a tutti questi nomi invitati nelle sue canzoni come se dentro ogni fugace immagine che li accompagna (il lago ghiacciato, la piega sulla pagina di un libro, un fidanzato addormentato, una strada di notte…) cercasse il significato in fondo a ogni memoria.
Ma in una canzone, Tourists Taking Photographs, un verso dice: “the distance is not far enough for you to understand”. Quasi tutti i testi di questo disco lasciano molti enigmi appesi, e questa canzone non fa differenza: intende dire che occorre più distanza per capire meglio? Oppure che la persona a cui il narratore si rivolge continuerà a non comprendere, per quanto lontano vada?
Forse un’altra verità è (anche) che il narratore stesso finisce per confondersi in mezzo ai suoi personaggi, e in mezzo a loro non distingue più quello che sogna, quello che ricorda e quello che vede: "Turning the pages until you sleep again / And trading the dream for a memory" (da A Dream For A Memory).
L'eleganza discreta con cui Gary Olson riesce a rivelare davanti a noi questo forbito gioco di specchi e ombre è qualcosa che mi lascia incantato. Potresti credere di sapere già cosa aspettarti dal musicista che da oramai venticinque anni regala al mondo la sua arte, prima con i leggendari Ladybug Transistor, poi come produttore e turnista d'eccezione per mille band e ora, per la prima volta, finalmente a proprio nome. Un pop raffinato ("chamber pop", scrivono invariabilmente le recensioni anglofone), che racconta senza fretta, paragonabile a certi vecchi Belle And Sebastian, ai Cinerama o ai Prefab Sprout, e occasionalmente ingentilito dal suono della sua classica tromba. Ma la grazia, il perfetto equilibrio tra malinconia e tenerezza di canzoni come All Points North, Afternoon Into Evening, Navy Boats oppure Old Twin mi stupisce e mi lascia senza parole come se incontrassi Gary Olson per la prima volta. In un'estate frenetica e piena di smarrimento, prendersi il tempo per provare ancora qualche sentimento è un piacere raro e prezioso, e che va salvaguardato.
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