"Say Ciao to SXSW 2020"

SXSW 2020

"Say Ciao to SXSW 2020": si intitolava proprio così, con una certa involontaria ironia, a rileggerlo oggi, l'approfondimento dedicato alle band italiane che dovevano partecipare al festival di Austin, Texas. Come avrete probabilmente già saputo, l'edizione 2020 è stata cancellata a causa delle preoccupazioni per il propagarsi del coronavirus Covid-19. È la prima volta in 34 anni che il festival non si tiene e, come si intuisce dal comunicato, è stata una decisione sofferta, tenendo conto della notevole perdita economica per la città e dell'ancora più complicato impatto sulla comunità artistica che ruota intorno al SXSW.
Per quel che vale, la mia opinione è che sia stata la scelta giusta. Giorno dopo giorno, stava diventando sempre più difficile immaginare di riuscire a godersi quei giorni di concerti, margaritas ed eventi in tutta serenità, facendo finta che non ci fosse nessun rischio.
Mentre a Austin si lanciano iniziative per aiutare i "local businesses" con tanto di hashtag #StandwithAustin, a questo punto il pensiero va alle band di casa nostra, che avevano dovuto affrontare l'organizzazione di una trasferta così impegnativa e che si ritrovano a terra con così poco preavviso. Passato il primo disappunto e la delusione, credo non abbia senso prendersela più di tanto. So che in questi giorni abbiamo tutti altre cose più gravi a cui pensare, però se nel nostro piccolo vogliamo fare qualcosa di concreto per supportare i nostri regaz magari potrebbe essere una buona idea acquistare un disco, magari anche in digitale, fare un giro sui vari merch online, o anche solo regalare qualche streaming. Per cominciare, per esempio, qui trovate una playlist curata da Italia Music Export su Spotify.
Qui sotto, un mio piccolo contributo alla causa in forma di raccolta di link utili.

UPDATE: a proposito, in un post su facebook Nur elenca un sacco di altre risorse per la scena musicale italiana in questo momento!

Altre Di B
• Le Altre Di B suonano un indie rock ad altissima carica energetica, tra primi Vampire Weekend e quei ritornelli a presa rapida alla Two Door Cinema Club / Bombay Bicycle Club. Al festival SXSW sono già di casa, e sarebbero tornati per presentare le canzoni del loro prossimo disco, la cui prima anticipazione è It's A cloudy Day In San Francisco, che vede la collaborazione proprio dei successivi Baseball Gregg.




BASEBALL GREGG @ SXSW 2019
• Tutti quelli che avevano incontrato i Baseball Gregg, anche solo per caso, al SXSW dell'anno scorso se ne erano innamorati. Il loro pop morbido ma coinvolgente, a volte un po' yacht e a volte un po' malinconico, aveva conquistato ogni locale e ogni appartamento in cui la band mezza californiana e mezza bolognese aveva suonato. Quest'anno sarebbe stata una festa... Sia come sia, dopo due album è appena uscito il loro nuovo progetto Calendar (ne parla una bella intervista di ieri su Rockit), ma ci torneremo su.




Big Mountain County
• "Big Mountain County play wild psych rock": comincia con queste parole la presentazione della band di Roma e devo riconoscere che la descrizione calza a pennello (anche se spesso ai BMC piace virare verso il funk). All'inizio di quest'anno è uscito il loro secondo e scatenato album Somewhere Else, prodotto insieme a Paola Mirabella (Honeybird and the birdies) e Andrea Pulcini (Persian Pelican).




BIRTHH
• Alice Bisi, in arte BIRTHH ha da pochi giorni pubblicato il suo secondo album WHOA, pieno come sempre di pop emozionante, fatto tanto di soul quanto di glitch. A una prima impressione, si tratta di un disco molto più luminoso, oserei dire groovy e, in qualche modo, speculare rispetto all'intenso Born In The Woods. E non vedo l'ora di sentire queste canzoni dal vivo, Texas o non Texas.




CACTUS?
• Ai Cactus? piace giocare con le etichette: dicono di suonare "indie retro bedroom rave", descrivono la loro musica come "SUPERFAST.LOFI.SHIT.DISCO", e a volte noti la tag "surf garage" sotto i loro pezzi. Quello che è abbastanza sicuro è che il loro album No People No Party, uscito un anno fa per Costello's Records, è molto divertente, tornando a dare nuovo linfa a certe atmosfere nervose Anni Zero (Arctic Monkeys e Bloc Party vengono spesso citati nelle loro recensioni) e mettendoti addosso una gran voglia di ballare.




• Tornerò a parlare più estesamente dei Flamingo e del loro fenomenale esordio Komorebi: in queste poche righe, voglio almeno offrire alla band milanese un po' di solidarietà, dato che prima il virus ha fatto annullare il release party dell'album, poi ha rinviato l'inizio del tour e ora ha cancellato questa bella opportunità negli Stati Uniti con il SXSW. Non deve essere facile, per una band che ha appena cominciato a farsi conoscere, affrontare tutto questo. Sono convinto, però, che la loro musica e la loro personalità sul palco, alla fine di questa stagione complicata, li riscatteranno e daranno loro tutte le attenzioni che meritano.




HÅN
• La musica della giovanissima HÅN riesce a mescolare con notevole eleganza una certa oscurità di atmosfere con suoni molto eterei e sognanti. A colpire è ovviamente la sua scintillante voce, che personalmente trovo molto efficace soprattutto quando le canzoni si scrollano di dosso una certa malinconia. Non bastassero già le lodi di un sacco di blog e siti di primo piano (Gorilla vs Bear, The Line of Best Fit, CLASH...), uscita dopo uscita, HÅN mostra sempre maggiore consapevolezza e maturità. Garantisce Factory Flaws.




HĒIR
• Sono sincero: non conoscevo HĒIR prima di vederla tra i "nostri" nomi nel programma del festival texano, e quindi l'ho ascoltata con una certa curiosità. La cantante di origini russe (Patricia Manfield all'anagrafe), che ha pure un passato da modella, suona un pop piuttosto mainstream per i miei gusti, ma il suo personaggio sa mettere in campo una seducente aggressività, e le sue canzoni hanno il giusto appeal per il mercato internazionale, "intimate and massive all at once", come recita la sua bio.




Qlowski
• Ho avuto la fortuna di vedere i Qlowski nascere, crescere e diventare una band davvero potente: immaginarmeli su un palco del SXSW era abbastanza emozionante. Sono sicuro che il loro post-punk scuro, che riesce però a tenere dentro in qualche modo anche delle scintille indiepop, là avrebbe fatto macelli. Sono altrettanto sicuro che li farà appena potranno tornarci. Superiamo la delusione di questa primavera con il loro nuovo sette pollici, appena pubblicato da Maple Death, e che vede nel Lato B questa formidabile cover del classico dei Cure Grinding Halt.




• I palermitani Swingrovers sono in giro dal 2011 e sono ormai considerati una di quelle "eccellenze italiane" forse più note all'estero che in patria. Suonano un mix moderno di swing molto coinvolgente e stanno per pubblicare il quarto album (i precedenti sono usciti per la label britannica Freshly Squeezed), andando anche in tour un po' in tutto il mondo, dagli USA al Giappone passando per l'India.




WOW
• Ho visto in concerto gli WOW ormai parecchie volte, e so che girano un sacco anche all'estero, ma sarei stato davvero curioso di capire quale effetto avrebbe fatto la loro musica sensuale e raffinata, così carica di rimandi a certi autori classici italiani (Morricone, Tenco, Patty Pravo...), sul pubblico americano. Una delle difficoltà del suonare al SXSW, raccontano in molti, è superare una certa soglia dell'attenzione: eppure, sono convinto che l'esperienza della band romana avrebbe saputo colpire più di un cuore anche su quel pianeta lontano. Il loro ultimo album è il prezioso Come la notte, uscito l'estate scorsa.




YUMAN• Madre italiana, padre di Capo Verde, il giovane cantautore Yuman racconta di avere sempre utilizzato la musica come rifugio. E infatti nelle sue canzoni si percepisce forte l'influenza di un soul moderno, filtrato da una sensibilità pop molto cosmopolita, che ha già trovato un suo pubblico nel resto d'Europa. L'anno scorso è uscito il suo primo album Naked Thoughts.

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