Some days we are not sure where we're going

The Innocence Mission - See You Tomorrow


Oh, I will not move on.
I'll be here on the lawn
in the same coat I have had,
although I ask that I could correct
every time of mistake and every regret.
And there's so much that I haven't yet.


Musica che dondola appena, che accompagna i riflessi del pomeriggio inchinato verso l’imbrunire, musica che conforta e abbraccia. Musica che si posa come neve, che sfiora e raccoglie, un gesto gentile e amichevole: quanto di più raro possa accadere di incontrare oggi. Musica che comprende. L’ascolto di See You Tomorrow, il nuovo album di The Innnocence Mission, è un’esperienza emotiva che mi porta altrove, che mi fa ritrovare risposte dimenticate al perché ascolto ancora questa musica. Musica di meraviglie che è quasi impossibile fermare a parole: devi andarci, devi vedere, devi sentirti trattenere il fiato per non frantumare ogni incantesimo.

This day is going.
I feel something new about you
every day of the world.


La poesia degli Innocence Mission sembra fragile: racchiude un elenco variabile di annotazioni meteorologiche, riverberi del tempo che passa e cura, memorie di luoghi e colori, viene a ricordarci che siamo umani. Abbiamo bisogno, come tutti, di carezze, di speranze, di comprensione, di sapere nel profondo che ciò che attraversiamo ha senso. Ogni racconto sembra immerso in un’aria di sogno lieve, ma che racchiude, al tempo stesso, la consapevolezza di quanto abbiamo bisogno di sentirci vivi e non soli. Come canta l'incantevole fino alle lacrime On Your Side: "Some days we don't know where we have gone. / But I'm always on your side". Questo smarrimento ci accomuna, ma allo stesso modo può unirci l'arte.

You have seen these things.
You have been in this painting.


La musica degli Innocence Mission sembra fatta di elementi semplici. Karen e Don Peris, accompagnati da Mike Bitts al contrabbasso, si circondano di pianoforti e chitarre acustiche, melodica e mellotron, archi e fisarmoniche e sporadiche, misurate percussioni. Eppure, riescono a creare un folk pop acustico a dir poco sontuoso, che ha i suoi evidenti numi tutelari in Pink Moon e Astral Weeks, ma che possiamo accostare anche all'opera dei Clientele, di certi Trembling Blue Stars o dei primi Camera Obscura. Nomi del calibro di Sufjan Stevens e Iron & Wine hanno omaggiato gli Innocence Mission con eccezionali cover, e personalmente canzoni come This Boat oppure The Brothers Williams Said vorrei tantissimo che tornasse a scriverle anche uno come Jens Lekman.
La mia preferita della scaletta forse è We Don't Know How to Say Why, che nella sua asciuttezza un po' austera e incalzante diventa quasi un'impossibile versione unplugged di qualche inedito Joy Division o New Order suonata davanti al camino. Lo so, il post-punk qui non c'entra nulla, ma quando la melodia si impenna su "And scenes from a distance / easily makes us cry" provo quell'identico brivido.

Now that everything's different,
I wave to you, do you think
you will recognize?

La formazione di Lancaster, Pennsylvania è attiva dagli Anni Ottanta ed è arrivata al suo undicesimo album, il secondo per Bella Union, dopo Sun On The Square del 2018. Gli Innocence Mission sembrano vivere da sempre in un mondo tutto loro, in cui l'angelica voce di Karen Peris e le sue melodie luminose ordinano un universo di bellezza. Queste canzoni, forse, sono semplicemente una porta per accedervi.






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