La scorsa estate, con poche righe su facebook, il frontman dei Processions Phil Alfonso aveva dichiarato che la band era ormai ufficialmente sciolta. Alla formazione shoegaze di San Antonio restavano alcune date di supporto ai Foliage e poi sarebbe partito un nuovo progetto. Durante quel tour, però, i texani ebbero un brutto incidente, ne uscirono tutti illesi (nonostante la perdita del van e di buona parte della strumentazione) ma in qualche modo lo sfortunato episodio convinse Phil a tenere viva l'idea della band. "I was ready to cancel playing music but after this accident happened and Foliage and I survived... I knew I had to keep going. From here on out Processions is a solo project. I won’t quit and I will be writing a new EP".
Così ora, in attesa delle nuove produzioni per il 2020, arriva la ristampa su cassetta (curata dalla sempre attivissima Z Tapes) del primo EP Blush, con l'aggiunta di bonus track e tracce dal vivo, e per quanto mi riguarda è un recupero davvero molto interessante.
I Processions definiscono la propria musica in maniera molto semplice e schietta: "icy atmospheric ambient guitars paired with punk aggression". E in queste dieci canzoni tutto lo spettro del loro suono si dispiega in maniera molto chiara: dalla malinconia più languida e avvolgente (Ghosts oppure C-Section) ai momenti più aggressivi e trascinanti (l'apertura di Runaways). "We make post-punk music you can dance to" è il risoluto motto dei Processions, e sono molto contento che nel nuovo anno ci siano anche loro.
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