Première: Pictish Trail - "Slow Memories"

Pictish Trail 63 - Credit - Stephanie Gibson + Styled by I’ll Be Your Mirror
photo by: Stephanie Gibson

Johnny Lynch, in arte Pictish Trail, nel corso degli anni è arrivato a mettere a punto un'idea di musica che, da un lato, colpisce per la coerenza e la precisione e, dall'altro, continua a regalare meraviglia. In qualche modo, sai benissimo quale accurata e raffinata mescolanza di folk acustico e innesti sintetici ti potrai aspettare da lui, quale nuova, imprevedibile e psichedelica combinazione di Grandaddy e Belle and Sebastian (due band con cui Lynch ha condiviso palchi e tour) riuscirà a inventare. Eppure, ogni volta le canzoni di Pictish Trail riescono a stupirti e a portarti altrove. Così è stato per i suoi primi tre album, e in particolare per l'ultimo Future Echoes (prodotto da Adem!), del 2016, che l'anno successivo si conquistò il voto popolare come Scottish Album Of The Year.
Oggi Pictish Trail presenta per la prima volta un'anticipazione dal suo quarto lavoro, Thumb World, in arrivo su Fire Records il prossimo 21 febbraio 2020. Qui sotto trovate il video del nuovo singolo Slow Memories, una delicata ballata che tocca uno dei temi intorno a cui si muove l'album: "i pollici opponibili sono quello che ci distingue dalla maggior parte degli animali sulla Terra", spiega Lynch, "e sono anche ciò che usiamo per scorrere sugli schermi, per separarci dalle nostre vite normali, cosa che a sua volta ci intrappola in una realtà artificiale".



La regia del video è a cura di Davey Ferguson, aka Swatpaz, noto per la serie Turbo Fantasy e per avere firmato un intero episodio del cartone di culto Adventure Time. Durante la scrittura e la registrazione di Thumb World, Lynch aveva inviato a Ferguson alcune bozze di canzoni, e Ferguson aveva immaginato il mondo del disco come una specie di videogioco onirico Anni Ottanta. Alla fine, alcune tracce dell'album sono state proprio ispirate dai visual di Swatpaz.
"Il video di Slow Memories racconta la storia di un pollice che lotta per tornare in contatto con gli alieni che lo hanno visitato in passato", spiega lo stesso Ferguson. "Ho preso la bellissima e inquietante traccia di Johnny, insieme a una sua nota sul desiderio di essere rapito dagli alieni come metafora per arrendersi all'ignoto nel tentativo di sfuggire la vita domestica. Ho cercato di creare un piccolo film che fosse al tempo stesso trionfante e triste, e magari leggermente meno sciocco dei miei precedenti cartoni".



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