Sporadica rubrica fatta con le vostre email e i miei sensi di colpa
Leggo che questo nuovo album No Bad Days, rappresenta una svolta abbastanza radicale per Il Cielo Di Bagdad, nati da sonorità più power-pop e arrivati con questo lavoro, dopo un decennio di carriera, in territori del tutto elettronici. Io invece parto da qui, e trovo che la band napoletana sia del tutto a proprio agio dentro questo linguaggio. Siamo dalle parti di nomi come M+A, Welcome Back Sailors e Casa del Mirto, giusto per citare riferimenti di casa nostra, ma con un approccio più soul e carico di pathos. Lo scenario è del tutto sintetico ma è la voce a farla da padrona. La cadenza di certe melodie mi ha ricordato addirittura certi Phoenix: spero di non cadere troppo lontano da dove Il Cielo aveva intenzione di mirare, ma a tratti ritrovo quella stessa morbida dolcezza mista a malinconia, ma senza cadere mai nello stucchevole. L'album è pubblicato da Bizarre Love Triangles, quindi potete stare tranquilli.
Robert Nash ha questa faccia qui, e può succedere che anche tu abbia la stessa espressione dopo aver ascoltato le sue canzoni in un grigio giorno di pioggia. Un po' tipo oggi, insomma. Nash è un cantautore di Sidney che ama molto Elliott Smith e Bob Dylan (e io aggiungerei anche Badly Drawn Boy), e bisogna riconoscere che nel suo nuovo album The Ghost of Your Old Love si sente. Una scrittura classica e limpida, chitarra e voce con molte storie da raccontare, più alcuni arrangiamenti di archi e fiati puntuali, caldi e delicati al tempo stesso. "I saw you waiting at the station / I just walked on by / What’s the use in knowing, in which direction you are going / I know that it’s not mine". Ecco, ora ho quella faccia lì:
Quartetto di Imola, con alle spalle una precedente esperienza a nome Tequila Funk Experience, i Floating Ensemble mescolano un assolato folk rock e alcune aperture più psichedeliche senza perdere mai di vista le melodie. A giudicare da certe sonorità del loro debutto Soar, te li aspetteresti arrivare dalla California (vedi Looking Back o la coda di Spark). Molto belle e nitide le armonie vocali, con alcune azzeccate sfumature Fleet Foxes.
Nel comunicato di presentazione dichiarano di rifarsi a Mates Of State e Devo e con questo bizzarro ambo si assicurano la mia curiostià. In realtà, all'ascolto mi sembrano abbastanza più aggressivi dei primi e decisamente meno cervellotici dei secondi. Si chiamano AustraliA, e sono un duo di origini toscane che fa base in Romagna, composto da Mr. Xicano, alla chitarra e voce (super filtrata e a volte trattata come pura fonte di rumore) e Olga alla batteria, al basso e ai synth. Quella che ti arriva addosso è musica sporca e agguerrita. Gli AustraliA dichiarano di suonare "android punk", etichetta azzeccata e interessante, e in effetti le tracce contenute nel loro nuovo ep The Very Truth hanno sempre una cadenza secca e marziale. A me una certa ossessività piace, ma a volte qui il minutaggio di certe canzoni lascia l'impressione che un po' più di concisione rock'n'roll non guasterebbe.
Di tanto in tanto ricevo mail vuote, soltanto un link di Soundcloud e un titolo. Qualcuno pensa che la strategia di sottrarsi al rumore, restando anonimi nell'era della sovrabbondanza di informazioni, possa pagare. "No press. Picture avail on request" è tutto quello che fanno sapere questi Weirdo. Certo, se poi non hai le canzoni, anche i teaser contano poco. Butter è un giochetto indulgente che mescola synth-pop e R'n'B. Non gli dai due lire e invece ha qualcosa per cui resti ad ascoltarlo fino alla fine, sarà quel falsetto che sembra quasi appassionato, saranno quei continui stop-and-go che movimentano l'atmosfera, sarà quella patina tutto sommato lo-fi che ti fa quasi credere sia una faccenda sincera. Revival Terence Trent D'Arby in arrivo?
Quando ricevo i dischi di questi cantanti bravi, troppo bravi, quelli che potrebbero essere usciti da qualche talent show, che suonano canzoni pulitissime e hanno voci sempre intonate, ricche di colori e di modulazioni intense... e che non mi dicono mai niente, non mi sfiorano proprio, boh mi chiedo ma perché mandano a me questa roba. Poi magari capita quella volta che premi play e ti fermi incuriosito, e vai a vedere lei chi è. Ecco, lei è Marle Thomson, viene da Amsterdam e ha una formazione musicale classica. Nella sua scrittura mescola senza problemi folk, jazz, qualche rarefatto abbozzo elettronico. Il suo EP di debutto si intitola The Canopy. Mi ricorda quel genere di cantautrice alla Lianne La Havas o alla Laura Marling: non esattamente roba da polaroid, ma fatta con un certo gusto.
“I spent the day dream catching / while reality kept trash talking me / and my ideas on the way things should be”: cari Fell Runner, capisco benissimo di cosa state parlando. Quartetto di Los Angeles, influenze che tengono assieme un'ispirazione africana, qualche cadenza più scura e matematica e un po' aria allegra alla Vampire Weekend per compensare. Molto bello il gioco tra le due voci morbide di Steven van Betten e Gregory Uhlmann. Questa super carina Dream Catching è una nuova canzone, non contenuta nel precedente album, uscito lo scorso autunno:
Gran viaggione cosmico tra surf, droni e psichedelia, questa California Took My Bobby Away degli Holy Wave, canzone che anticipa l'album Freaks of Nurture, in arrivo l'11 marzo su The Reverberation Appreciation Society. In realtà, anche se su questa traccia sembrano così rilassati e svagati, nelle corde degli Holy Wave c'è anche molto altro, qualcosa che avresti voglia di definire tipo kraut del deserto. Una bella occasione per vederli in azione sarà il prossimo 2 aprile al Bronson di Ravenna.
Leggo che questo nuovo album No Bad Days, rappresenta una svolta abbastanza radicale per Il Cielo Di Bagdad, nati da sonorità più power-pop e arrivati con questo lavoro, dopo un decennio di carriera, in territori del tutto elettronici. Io invece parto da qui, e trovo che la band napoletana sia del tutto a proprio agio dentro questo linguaggio. Siamo dalle parti di nomi come M+A, Welcome Back Sailors e Casa del Mirto, giusto per citare riferimenti di casa nostra, ma con un approccio più soul e carico di pathos. Lo scenario è del tutto sintetico ma è la voce a farla da padrona. La cadenza di certe melodie mi ha ricordato addirittura certi Phoenix: spero di non cadere troppo lontano da dove Il Cielo aveva intenzione di mirare, ma a tratti ritrovo quella stessa morbida dolcezza mista a malinconia, ma senza cadere mai nello stucchevole. L'album è pubblicato da Bizarre Love Triangles, quindi potete stare tranquilli.
Robert Nash ha questa faccia qui, e può succedere che anche tu abbia la stessa espressione dopo aver ascoltato le sue canzoni in un grigio giorno di pioggia. Un po' tipo oggi, insomma. Nash è un cantautore di Sidney che ama molto Elliott Smith e Bob Dylan (e io aggiungerei anche Badly Drawn Boy), e bisogna riconoscere che nel suo nuovo album The Ghost of Your Old Love si sente. Una scrittura classica e limpida, chitarra e voce con molte storie da raccontare, più alcuni arrangiamenti di archi e fiati puntuali, caldi e delicati al tempo stesso. "I saw you waiting at the station / I just walked on by / What’s the use in knowing, in which direction you are going / I know that it’s not mine". Ecco, ora ho quella faccia lì:
Quartetto di Imola, con alle spalle una precedente esperienza a nome Tequila Funk Experience, i Floating Ensemble mescolano un assolato folk rock e alcune aperture più psichedeliche senza perdere mai di vista le melodie. A giudicare da certe sonorità del loro debutto Soar, te li aspetteresti arrivare dalla California (vedi Looking Back o la coda di Spark). Molto belle e nitide le armonie vocali, con alcune azzeccate sfumature Fleet Foxes.
Nel comunicato di presentazione dichiarano di rifarsi a Mates Of State e Devo e con questo bizzarro ambo si assicurano la mia curiostià. In realtà, all'ascolto mi sembrano abbastanza più aggressivi dei primi e decisamente meno cervellotici dei secondi. Si chiamano AustraliA, e sono un duo di origini toscane che fa base in Romagna, composto da Mr. Xicano, alla chitarra e voce (super filtrata e a volte trattata come pura fonte di rumore) e Olga alla batteria, al basso e ai synth. Quella che ti arriva addosso è musica sporca e agguerrita. Gli AustraliA dichiarano di suonare "android punk", etichetta azzeccata e interessante, e in effetti le tracce contenute nel loro nuovo ep The Very Truth hanno sempre una cadenza secca e marziale. A me una certa ossessività piace, ma a volte qui il minutaggio di certe canzoni lascia l'impressione che un po' più di concisione rock'n'roll non guasterebbe.
Di tanto in tanto ricevo mail vuote, soltanto un link di Soundcloud e un titolo. Qualcuno pensa che la strategia di sottrarsi al rumore, restando anonimi nell'era della sovrabbondanza di informazioni, possa pagare. "No press. Picture avail on request" è tutto quello che fanno sapere questi Weirdo. Certo, se poi non hai le canzoni, anche i teaser contano poco. Butter è un giochetto indulgente che mescola synth-pop e R'n'B. Non gli dai due lire e invece ha qualcosa per cui resti ad ascoltarlo fino alla fine, sarà quel falsetto che sembra quasi appassionato, saranno quei continui stop-and-go che movimentano l'atmosfera, sarà quella patina tutto sommato lo-fi che ti fa quasi credere sia una faccenda sincera. Revival Terence Trent D'Arby in arrivo?
Quando ricevo i dischi di questi cantanti bravi, troppo bravi, quelli che potrebbero essere usciti da qualche talent show, che suonano canzoni pulitissime e hanno voci sempre intonate, ricche di colori e di modulazioni intense... e che non mi dicono mai niente, non mi sfiorano proprio, boh mi chiedo ma perché mandano a me questa roba. Poi magari capita quella volta che premi play e ti fermi incuriosito, e vai a vedere lei chi è. Ecco, lei è Marle Thomson, viene da Amsterdam e ha una formazione musicale classica. Nella sua scrittura mescola senza problemi folk, jazz, qualche rarefatto abbozzo elettronico. Il suo EP di debutto si intitola The Canopy. Mi ricorda quel genere di cantautrice alla Lianne La Havas o alla Laura Marling: non esattamente roba da polaroid, ma fatta con un certo gusto.
“I spent the day dream catching / while reality kept trash talking me / and my ideas on the way things should be”: cari Fell Runner, capisco benissimo di cosa state parlando. Quartetto di Los Angeles, influenze che tengono assieme un'ispirazione africana, qualche cadenza più scura e matematica e un po' aria allegra alla Vampire Weekend per compensare. Molto bello il gioco tra le due voci morbide di Steven van Betten e Gregory Uhlmann. Questa super carina Dream Catching è una nuova canzone, non contenuta nel precedente album, uscito lo scorso autunno:
Gran viaggione cosmico tra surf, droni e psichedelia, questa California Took My Bobby Away degli Holy Wave, canzone che anticipa l'album Freaks of Nurture, in arrivo l'11 marzo su The Reverberation Appreciation Society. In realtà, anche se su questa traccia sembrano così rilassati e svagati, nelle corde degli Holy Wave c'è anche molto altro, qualcosa che avresti voglia di definire tipo kraut del deserto. Una bella occasione per vederli in azione sarà il prossimo 2 aprile al Bronson di Ravenna.
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