Rose Melberg fa dischi da più di vent'anni, e anche per questo semplice motivo l'energia che, nonostante tutto, sprigiona il suo ultimo lavoro Hat Bark Beach mi lascia davvero pieno d'ammirazione. Nel suo ricchissimo curriculum può vantare un paio di nomi abbastanza decisivi per la piccola storia dell'indiepop, soprattutto quello statunitense, come Tiger Trap e Softies, e mi piace qui ricordare anche le più recenti Brave Irene, per cui mi ero preso una bella cotta. Ora la Melberg torna alla carica insieme a una nuova formazione e con l'ennesima ragione sociale: Knife Pleats. L'esordio, se così possiamo chiamarlo, è di quelli fulminanti: dodici canzoni, nessuna sopra i due minuti e mezzo, che si collocano apertamente nella tradizione figlia di Talulah Gosh e Shop Assistants, ma il tono questa volta sembra più solare e disteso, non distante dalle migliori All Girl Summer Fun Band (mentre il comunicato stampa che presenta il disco si spinge a citare anche Alvvays e Best Coast). Quello che è certo è che Hat Bark Beach, con le sue chitarre super fuzzy a fare da contrappunto alle voci celestiali, con i suoi ritmi sempre a rotta di collo e con la sua trascinante concisione, trabocca una freschezza e un'innocenza capaci di trasmettermi un imprevedibile buonumore. E poi c'è Wonderful, che per quanto mi riguarda è una delle più belle tracce di indiepop sentite quest'anno. Un disco zuccheroso e al tempo stesso potente, che conferma ancora una volta il ruolo di primo piano che Rose Melberg merita nella storia della musica che più amiamo.
(mp3) Knife Pleats - Wonderful
Knife Pleats - Terrible
Commenti