Do you want to stay cool forever
Or do you want to just burn with love
Each choice has its punishments
Each choice has some reward
Cos'è il punk se manca la sfida? Se non ti salta addosso, non ti si pianta davanti, vicino alla faccia, e non ti lascia scansare il confronto? I Woolen Men sono punk, perché con la loro musica sanno fare domande che suonano più forte di chitarre spaccate e urla nel microfono. Questo non vuol dire che non si possano rintracciare nelle loro canzoni evidenti rimandi a band come Minutemen, Fugazi, Devo, Gang Of Four o Feelies, per fare qualche nome. Ma la prima cosa che mi colpisce di questo loro nuovo Temporary Monument (pubblicato da Woodsist) è piuttosto il senso di alienazione che sanno raccontare, che pervade ogni loro nota. Anzi: la tensione tra l'alienazione e la testarda volontà di opporsi e reagire. "I don't belong here in this place" proclama in apertura Life In Hell, e la metafora è chiara: il protagonista è arrivato in paradiso ma non può rimanere perché "I forgot how to sing the song". I Woolen Men vogliono dimenticare come si suona la canzone che ci aspettiamo da loro. Hanno in mente un'idea precisa del paesaggio che li circonda: "Our hometown has been buried under an avalanche of condos and pointless businesses catering to the newly rich". E allo stesso modo è capitato alla musica: "Music today is rendered powerless -- white noise made in the echo chamber, for the great Smooth Face that gazes once and moves on". Le canzoni sono quasi sempre nervose e frenetiche, un lo-fi spigoloso e aspro. Un perenne stato di agitazione per contestare la mediocrità. Se da un lato la band di Portland pretendeva "an actual honest to god conversation with what we just made and how it fits into all the shit that's goin' on right now", dall'altro non ha nessuna intenzione di renderti le cose facili (vedi il minuto secco di Alien City o l'ossessiva title-track). E quando meno te l'aspetti i Woolen Men sanno benissimo creare anche melodie malinconiche e sfiorare un territorio quasi jangle-pop. After The Flood con un semplice organo aggiunge una nota Flying Nun al loro suono: "I you have to live with what you've done, and the feel of it linger, it lingers", mentre l'album si chiude con la nostalgia di Walking Out. Sarebbe davvero una cosa molto bella se questo 2015, tanto per cambiare, smentisse il cinico disincanto con cui i Woolen Men guardano il mondo.
Woolen Men - Clean Dream
Woolen Men - After The Flood
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