Una delle canzoni del nuovo disco dei Twerps si intitola Simple Feelings: descrive in maniera elementare alti e bassi di una storia: trovarsi e perdersi, desiderare e detestare, pensare che sia finita e tornare da capo, per poi concludere che l'unica cosa a rimanere è questo nostro amore che "goes round, round and round". Le chitarre scintillano rapide, quasi sbrigative, saltando sopra una melodia di poche note. Tutto resta sospeso ma in movimento, perché l'unica cosa che conta è continuare a girare intorno e intorno ancora. Questo amore va così, scorre. E anche questa musica ci segue. Sono "sentimenti semplici", che però non si possono semplicemente mettere via.
Del resto i Twerps non danno l'impressione di essere una band che cede troppo al sentimentalismo, eppure dentro il loro nuovo e magnifico lavoro Range Anxiety, uscito su Merge come l'ultimo EP Underlay, un buon numero di canzoni parla proprio di amori lontani (Shoulders), distanze che aspettano da troppo tempo di essere colmate (Adrenaline) o separazioni che si stanno scavando inesorabili (Stranger). Tutto è sempre raccolto in poche parole, in poche immagini nette: "I can imagine the shape of your mouth / When you let your words out". Dove l'accento, ovvio, è su "imagine". E l'assenza sembra svanire un poco quando faccio di tutto per renderla più presente.
La band australiana costruisce con grazia un adeguato sfondo sonoro a questo nodo di malinconie e passioni: tra un jangle pop dalla dichiarata ascendenza Flying Nun (a volte travolgente, come nella estiva Back To You), certe languide cantilene Beat Happening, qualche tastiera giocattolo e - mi piace aggiungere - anche un sorriso vagamente sperduto alla Television Personalities. Un po' perché i TvP vengono troppo trascurati quando si parla di indiepop, un po' perché quello stesso atteggiamento pieno di candore verso le melodie lo ritrovo nella musica dei Twerps di oggi. Dentro Range Anxiety prevale una leggerezza pigra e noncurante, come se i Twerps non stessero facendo alcuno sforzo, come se dietro quelle chitarre che non sembrano mai precisamente accordate ci stessero dicendo che, nonstante sappiano alla perfezione che "somebody out there is doing better than me", alla fine resteranno sempre sé stessi. Quello che conta per davvero lo hanno bene in mente, e lo cantano in uno dei migliori ritornelli del disco: "it all keeps coming back to you".
(mp3) Twerps - Back To You
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