Nonostante abbia trovato gli Allah-Las abbastanza disastrosi dal vivo, il fatto che il loro nuovo album Worship The Sun mi stia prendendo così bene voglio interpretarlo come un segno del valore della band californiana. L'impegno e la dedizione che gli Allah-Las mettono nel realizzare un suono capace di portarti indietro nel tempo, da qualche parte nella seconda metà dei Sessanta, sono davvero notevoli e alla lunga superano qualunque incertezza sopra il palco. Queste quattordici canzoni non cambiano molto la formula del debutto di due anni fa, e tutto sommato non se ne sente il bisogno. Garage rock dai colori psichedelici, assolate armonie vocali, una spiaggia infinita e onde perfette di un blu profondo. Ma la scaletta gioca anche sui contrasti: momenti più languidi, come il singolo Had It All o Nothing To Hide, danno ancora più rilievo alle canzoni in cui gli Allah-Las spronano le loro chitarre e viaggiano spediti: Follow You Down, la kinksiana Better Than Mine o la sbarazzina Every Girl. La scaletta poi è punteggiata da inserti strumentali, per nulla superflui, che contribuiscono a rendere ancora più luminosa e sospesa tutta l'atmosfera del disco. Un ultimo piacevole riverbero dell'estate.
(mp3) Alla-Las - Artifact
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