"Cinque cose che ho letto per il Record Store Day 2014" edition
- «Non mi è mai piaciuto moltissimo il Record Store Day. Ho sempre avuto la sensazione di essere il panda che si incazza con il WWF e dice “Ma ve l’ho chiesto io?”. Non è snobismo, malattia dalla quale sono tutt’altro che indenne, ma un’analisi dei fatti. [...] Così mi sono innervosito e l’anno scorso ho preparato una cinquantina di “fake”. Tarocchi del RSD. Ho preso delle schifezze di 7”, merda che non voleva nessuno nemmeno a 50 centesimi e ci ho incollato un’etichetta con scritto “esclusiva Backdoor Record Store Day 2013”. La gente non sapeva come comportarsi, ma comunque, nell’incertezza, li prendeva»: Maurizio Blatto intervistato da Francesco Farabegoli su Bastonate.
- «Vinyl's great, but it's not better than CDs»: la cattiveria di VOX di pubblicare proprio oggi un dettagliato articolo sulla superiorità del CD rispetto al vinile.
- «As the number of exclusive Record Store Day releases increases each year, some independent labels – in silence or vocally – have begun to boycott the day. They're worried that their records will be invisible in the avalanche of releases and they've lost faith in Record Store Day's ethos»: un bell'approfondimento su The Quietus dà voce ai crescenti malumori verso il Record Store Day.
- «Cosa succederà quando i quarantenni e i cinquantenni di oggi, quelli che costituiscono la clientela più affezionata, saranno troppo anziani per avere voglia di comprare l'ennesimo vinile? E quando i negozianti loro coetanei saranno troppo anziani per venderli?»: Nur Al Habash su Rockit pone alcune domande chiave.
- «Being this years' Record Store Day Ambassador isn't about a romantic vision of vinyl returning and having an upsurge. I think it's about letting record stores know that they can be independent and be flexible enough to adapt to any kind of technological blizzard that comes. I'm not offended by seeing an ad with "LP, CD, DL" on it, but I think that the survival of record stores is as much about paying attention to the past as it is the future»: Chuck D dei Public Enemy su NME prova a dare alcune risposte.
- «Non mi è mai piaciuto moltissimo il Record Store Day. Ho sempre avuto la sensazione di essere il panda che si incazza con il WWF e dice “Ma ve l’ho chiesto io?”. Non è snobismo, malattia dalla quale sono tutt’altro che indenne, ma un’analisi dei fatti. [...] Così mi sono innervosito e l’anno scorso ho preparato una cinquantina di “fake”. Tarocchi del RSD. Ho preso delle schifezze di 7”, merda che non voleva nessuno nemmeno a 50 centesimi e ci ho incollato un’etichetta con scritto “esclusiva Backdoor Record Store Day 2013”. La gente non sapeva come comportarsi, ma comunque, nell’incertezza, li prendeva»: Maurizio Blatto intervistato da Francesco Farabegoli su Bastonate.
- «Vinyl's great, but it's not better than CDs»: la cattiveria di VOX di pubblicare proprio oggi un dettagliato articolo sulla superiorità del CD rispetto al vinile.
- «As the number of exclusive Record Store Day releases increases each year, some independent labels – in silence or vocally – have begun to boycott the day. They're worried that their records will be invisible in the avalanche of releases and they've lost faith in Record Store Day's ethos»: un bell'approfondimento su The Quietus dà voce ai crescenti malumori verso il Record Store Day.
- «Cosa succederà quando i quarantenni e i cinquantenni di oggi, quelli che costituiscono la clientela più affezionata, saranno troppo anziani per avere voglia di comprare l'ennesimo vinile? E quando i negozianti loro coetanei saranno troppo anziani per venderli?»: Nur Al Habash su Rockit pone alcune domande chiave.
- «Being this years' Record Store Day Ambassador isn't about a romantic vision of vinyl returning and having an upsurge. I think it's about letting record stores know that they can be independent and be flexible enough to adapt to any kind of technological blizzard that comes. I'm not offended by seeing an ad with "LP, CD, DL" on it, but I think that the survival of record stores is as much about paying attention to the past as it is the future»: Chuck D dei Public Enemy su NME prova a dare alcune risposte.
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