Da un paio di giorni è uscito il video di Zenith Diamond, nuova anticipazione da Vicious, l'atteso album che gli His Clancyness stanno per pubblicare sulla label britannica Fat Cat.
Del disco parleremo a tempo debito, dato che è una miniera di sorprese. Prima vorrei soffermarmi su questo video e sul luogo in cui è stato girato, perché è speciale: l'Arena Orfeonica di Bologna. Così ho rivolto qualche domanda al frontman Jonathan Clancy, e ai registi Giulia Mazza (anche tastierista della band) e Pietro Borzì.
Il video di Zenith Diamond è pieno di fumo, ombre, inquadrature sfuggenti e fuori fuoco: che tipo di immagini avevate in mente e come ha preso forma il soggetto?
Jonathan Clancy: Possono rispondere sicuramente meglio Giulia e Pietro, però so che l'input iniziale, che avevamo Giulia ed io, era l'idea di un sogno e soprattutto di una atmosfera. Siamo fan dei video "incasinati", dove solo alla terza o quarta visione inizi a scoprire tutti i dettagli e magari le stranezze che inizialmente non avevi notato. Per noi forse la parola mood è quella più importante.
Giulia Mazza: L'elemento "ballo" mi attrae sempre. E il pezzo me l'ha evocato immediatamente. Mi piaceva l'idea di mettere insieme i movimenti spensierati di Nick Cave & The Bad Seeds in Fifteen Feet Of Pure White Snow e il caos polveroso di Smells Like Teen Spirit dei Nirvana.
Pietro Borzì: Ancor prima di lavorare su Zenith, avevo ben presente cosa avrebbe voluto Jon in un suo video. Con Giulia ci siamo scambiati parecchie idee e suggestioni, in video e in foto. La facilità nel vederla alla stessa maniera per tante cose ha facilitano non poco il raggiungimento di un immaginario che nella messa in scena di Zenith non poteva che essere scuro e offuscato, appunto come in un sogno. Il definito ed il reale non sono poi così allettanti del resto!
Tecnicamente poi come avete tradotto le idee che avevate? Sul set è andato tutto come previsto o le cose hanno preso un'altra piega?
GM: Sul set i nostri amici sono stati fantastici, c'era un'atmosfera rilassata ma allo stesso tempo seria nel momento in cui veniva chiesto il particolare contributo che avevamo pensato per ognuno di loro. È stato bello perchè l'imbarazzo iniziale di tutti si è sciolto naturalmente nello spirito di festa di quella serata.
PB: A parte qualcuno che è scomparso a metà riprese (molto preso dall'alcol...) tutto ok! Sono stati davvero tutti gentilissimi e presenti quando richiesto. Devo dire che in rare occasioni si riesce a lavorare in un clima che di lavorativo ha ben poco. Siamo arrivati a casa all'alba ma ancora parecchio entusiasti.
JC: Tra l'altro va detto che abbiamo iniziato circa alle nove di sera e abbiamo girato l'ultima scena, ovvero quella della nostra macchina (una vecchia Nissan Micra) alle quattro della mattina: il tutto in una caldissima notte di inizio Luglio.
Come è nata l'idea di ambientare il video all'Arena Orfeonica? Non credo sia un caso che si tratti di uno spazio quasi nascosto proprio nel cuore di Bologna
JC: È un posto totalmente nel nostro cuore. Io ed una amica (Alice di Radio Città del Capo) organizziamo lì da un paio di anni dei mercatini e tutte le volte che lo vedo o ci passo una giornata mi vengono in mente mille idee. Le signore dell'Associazione Orfeonica sono sempre gentilissime e percepisci proprio con le mani la passione che ci mettono nel tenere aperto uno spazio del genere. Mentre stavamo girando il video era bellissimo vedere come entravano delle signore e si sedevano casualmente a un tavolo per leggere il proprio giornale. È un posto che ti salva, che sai che c'è. Nel video poi volevamo metterci Bologna, senza i soliti stereotipi, e quelle mura prendevano benissimo il colore che avevamo in testa per le riprese.
PB: Credo non sia facile ambientare qualcosa nella nostra Bologna. Proprio perchè nostra da sempre è difficile farsi affascinare continuamente nel tempo da un posto della tua città quando lo vedi tutti i giorni. L'Orfeonica, come luogo chiuso, ti permette di trarne solo alcune sensazioni nei rari momenti passati al suo interno. Tutti molto piacevoli, quindi perché no!
Da una parte la città vecchia, i suoi mattoni e le sue storie dimenticate, dall'altra il rock'n'roll, la sua vocazione all'essere randagio e agitatore: si può dire che in qualche modo questo rapporto si riflette nella musica e nella band?
JC: Totalmente. Per me/noi i sogni sono alimentati al cento per cento dai viaggi, dai posti che vedi, da come te li immagini nel tempo e dall'impossibilità di ritornarci spesso.
GM: Le date in giro per il mondo sono uno sballo emotivo. Mi piace pensare che c'è una città come Bologna al rientro per mixare e veicolare l'eccitazione accumulata.
Infine un'inevitabile domanda sulla canzone: anche se il testo sembra avere l'andatura del sogno, si può tentare di definire che cosa rappresenta l'immagine dello "Zenith Diamond"?
JC: Il pezzo per me è uno dei più semplici, come tema intendo: parla di una persona rifiutata dal mondo ed è una sorta di autoesortazione a sentirsi speciale, un diamante. Non se può aiutare ma prima di girare il video mi ricordo di aver spedito a Pietro una parafrasi abbastanza da ridere. Te la metto qua sotto.
Ho preparato dei diamanti per farli risplendere
Ho preparato del carbone per seminare odio
Ho visto un cavallo nero
Ho visto un cavallo nero
Pronto
Non sputare mai su una giornata fredda
Cerca di raddrizzare le cose e di dire a te stesso
Tu sei puro
Tu sei puro
Diamante Zenith
Sospiri al cromo per sentirsi vivi
Ho preparato diamanti per farli risplendere
Pronto
Non sputare mai su una giornata fredda
Cerca di raddrizzare le cose e di dire a te stesso
Tu sei puro
Tu sei puro
Diamante Zenith
His Clancyness - Zenith Diamond
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