The person I once was

YAST

Recupero a fine giugno un disco uscito più di tre mesi fa (praticamente un peccato mortale per i blog), un po' perché mi sembra un disco a suo modo bello estivo, un po' perché sono svedesi e quindi vale tutto, e un po' perché ho sentito solo ora il remix di uno dei singoli e mi piace davvero un sacco. Tra un attimo ci arrivo.
La band si chiama YAST e il singolo in questione è la già nota I Wanna Be Young. Forte era la tentazione di intitolare così anche questo post, poi ho pensato che sarebbe sembrato troppo sdolcinato e prevedibile. E invece questo album del quintetto di Malmoe non è prevedibile per niente e ha facce molto diverse: quella rilassata e pop, un po' Blur, di Rock'n'Roll Dreams; quella più scintillante di Stupid o della title track, che potrebbero uscire da un disco degli Shout Out Louds; e quella più malinconica, tipo The Person I Once Was, che a volte sfiora un folk rock lieve, senza drammi. C'è anche un uso reiterato del falsetto, che a qualcuno potrebbe suonare antipatico, ma che invece non risulta mai troppo enfatico.
Nelle recensioni in giro gli YAST vengono spesso etichettati come "lo-fi", ma io non ci sento niente del genere. Anzi, la ricchezza di un disco del genere mi ha fatto tornare in mente un'altra band svedese capace di sorprendere canzone dopo canzone all'interno dello stesso disco, ovvero Peter Bjorn & John. Per ora gli YAST non hanno un singolo capace di conquistare l'universo come fu Young Folks, ma I Wanna Be Young, con la sua storia d'amore guastata dalla differenza d'età, ha quella freschezza indiepop tutta scandinava che non sentivo da un sacco di tempo.
Döden nel remix sposta il problema in zona balearica, e la crisi e le incertezze dell'originale sembrano volersi perdere, dimenticare di sé stesse. Unico dubbio: in svedese "döden" pare voglia dire "morte".

(mp3) YAST - I Wanna Be Young (Döden remix)
(mp3) YAST - Yast

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