La prima cosa che mi aveva colpito degli Evans The Death è stato il modo in cui il loro suono mi ricordava i primi singoli dei Long Blondes, quelli più ruvidi, dove il sofisticato, amaro, ironico spleen di Kate Jackson si graffiava con più durezza nelle chitarre. Una durezza che si ritrova anche nella voce di Katherine Whitaker degli Evans The Death, anche nelle canzoni più malinconiche.
Al tempo stesso, le differenze sono evidenti: l'immediatezza della giovane band proveniente da South London li porta ad andare sempre dritti al punto, senza molti giri di parole. “I have emotional problems” dichiarano in I’m So Unclean, e insomma, come analisi potrebbe anche essere un po' più approfondita. Però delle dodici tracce, quasi tutte sui due minuti, del loro debutto su Fortuna Pop apprezzi proprio questo, il loro essere sanguigne, quell'anima britannica così familiare, di stile e di strada in un solo gesto.
Se ancora non l'avete fatto, date un ascolto all'intero disco qui sotto:
Commenti
c'è sicuramente del punk, addirittura il primo pezzo mi ha fatto pensare ai dresden dolls.
off topic: nessun commento ancora sui partecipanti al concerto del primo maggio? Nomi confermati: Caparezza, Afterhours, Almamegretta, A Toys Orchestra, Dente, Alessandro Mannarino, Nobraino, Marina Rei, Sud Sound System, Teatro Degli Orrori, Young The Giant, Mauro Pagani.
mi ricordano i miei adorati Comet Gain!
Paolo