Non voglio spendere troppe parole inutili per il nuovo album di Destroyer. Daniel Bejar fa dischi da quindici anni e ancora passa per un "best kept secret" dell'undreground. Nonostante abbia fatto parte dei New Pornographers e abbia avuto i Frog Eyes come backing band, ancora si fa fatica a mettere a fuoco la sua discografia. Forse perché cambia pelle quasi a ogni disco, forse perché non è abbastanza glam, non so. Però Kaputt, che al primo ascolto sembra tranquillissimo, quasi fin troppo felpato, è in realtà un lavoro complesso, non solo dal punto di vista dei suoni (ne parla lo stesso Bejar con Matthew Perpetua, mentre in questa intervista descrive la "pointlessness of writing songs"). Delle tante e lunghe recensioni che ho letto in giro (compreso il gran pezzo "The Sublime Creations of Destroyer" sul Village Voice), voglio segnalare quella di Drowned In Sound, che mi pare molto approfondita e chiara. Però oltre a tutti i riferimenti soft-rock Anni Settanta, io aggiungerei anche un altro nome, quello dei Broken Social Scene, quelli più distesi e celestiali, che saltano fuori soprattutto in momenti come questa stupenda Savage Night At The Opera.
(mp3): Destroyer - Savage Night At The Opera
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