Memories for unseen histories
Segnalo un interessante articolo pubblicato da Calum Marsh su Popmatters e intitolato "Reconsidering the Revival of Cassette Tape Culture". Potrà sembrare strano ma nel 2009 il tema è caldo: perfino io quest'anno ho acquistato tre o quattro album nuovi usciti solo su cassetta, e non dimentichiamo che in Italia abbiamo la Best Kept Secret, una delle più apprezzate (all'estero) tape label di ambito indiepop.
La moda oggi, in epoca di mp3 e internet, nonostante tutto si diffonde e Marsh si interroga se per caso non si tratti di un equivoco sull'appropriazione dei mezzi di produzione da parte di una fetta della scena underground: "The original champions of tape culture weren't interested in the product so much as the function: to get their music out there, into the hands of kids who wanted it, in a way that was fiscally feasible with modest budgets".
Lascio a voi leggere le conclusioni. A me pare che la componente "estetica/frivola" del mezzo mantenga comunque un valore di "contaminazione": contribuire a diffondere una certa consapevolezza circa le possibilità di creare e modificare gli strumenti che ci servono, di incidere con creatività sulla comunicazione.
>>>(mp3): Comet Gain - The Ballad of a Mix Tape
>>>(mp3): Yes Cassette - Rewind to Kickstart
Segnalo un interessante articolo pubblicato da Calum Marsh su Popmatters e intitolato "Reconsidering the Revival of Cassette Tape Culture". Potrà sembrare strano ma nel 2009 il tema è caldo: perfino io quest'anno ho acquistato tre o quattro album nuovi usciti solo su cassetta, e non dimentichiamo che in Italia abbiamo la Best Kept Secret, una delle più apprezzate (all'estero) tape label di ambito indiepop.
La moda oggi, in epoca di mp3 e internet, nonostante tutto si diffonde e Marsh si interroga se per caso non si tratti di un equivoco sull'appropriazione dei mezzi di produzione da parte di una fetta della scena underground: "The original champions of tape culture weren't interested in the product so much as the function: to get their music out there, into the hands of kids who wanted it, in a way that was fiscally feasible with modest budgets".
Lascio a voi leggere le conclusioni. A me pare che la componente "estetica/frivola" del mezzo mantenga comunque un valore di "contaminazione": contribuire a diffondere una certa consapevolezza circa le possibilità di creare e modificare gli strumenti che ci servono, di incidere con creatività sulla comunicazione.
(La scultura del teschio fatto con le cassette è opera di Brian Dettmer)
>>>(mp3): Comet Gain - The Ballad of a Mix Tape
>>>(mp3): Yes Cassette - Rewind to Kickstart
Commenti
quella dei modest budgets è una cazzata.
perchè è vero che costa poco e puoi anche fare un'uscita comprando una scatola di vecchie cassette usate dal robivecchi di turno (magari 200 per 5€), però il budget basso ce l'hai anche facendo solo mp3 (budget zero) o cdr (che ristampi anche 10 alla volta e ogni volta che ne hai bisogno coprendo l'investimento un po' alla volta).
è vero che il supporto è molto personalizzabile (vedi le figate fatte da Toni HRA con la sua No=Fi o tutto il giro di serigrafi francesi), operazione che le rende più oggetto da prendere dopo il concerto e conservare.
la qualità sonora è discutibile. nastro=fisico=bene cd=digitale=male sono sempre temi legati a cosa hai fatto a monte.
il lo-fi è morto coi pc, e la relativa estetica di recupero degli ultimi anni è una vanità inutile. ormai rendere decente una registrazione è l'abc dell'aprire un pc. non si può porre l'equazione urgenza->malaregistrazione->cassetta. se fai qualcosa, fallo e bon.
per chiudere la mia sul tema: è un trend, decisamente più appagante di altri (ipod, iphone, pettine, tshirt, jeans) ma una gag. intanto si vende poco o niente lo stesso, cd, vinile o k7. per cui va bene così.
mat
ps detto questo le prossime uscite marsiglia saranno solo cassette, che non sia mai che io perda l'onndda.