"Inebriato dal potere e da una vocazione messianica un po' hard degna dei pre-Matia Bazar"
La discussione intorno alla copertina di Rolling Stone mi sembra abbastanza mortificante. Si può dire che ci sono tutte le ragioni per indignarsi, così come si può dire che in realtà quell'immagine è già dissacrante di per sé; si possono sottolineare i passaggi più ironici dei vari editoriali impegnati a sostenere la paradossale tesi che Berlusconi sia la rockstar dell'anno (firmati da nomi quali Vincenzo Cerami, Silvia Ballestra, Stefano Pistolini, Alberto Piccinini e Francesco Bonami, oltre a quello del direttore Carlo Antonelli), così come si può notare quanto sappia di stantio l'intera faccenda.
Preso atto di tutto, lette le varie voci, e sperando di cogliere il messaggio in maniera meno grossolana di quella di un lettore del Giornale (e non solo), mi resta ancora la domanda: "perché?".
Per far parlare di sé? Per vendere più copie? Sarebbe una strategia di così breve respiro che non è possibile credere l'abbiano pensata.
E quindi? Era solo una battuta o si vuole sul serio utilizzare una forma di cultura popolare come metro per misurare il disastro di questo Paese? E a che scopo?
A un certo punto la Ballestra scrive di provare "nausea per l'invadenza nelle nostre vite di un certo tipino fino che continua a spuntare dai posti inaspettati". Leggendola non ho potuto fare a meno di pensare proprio al numero di Rolling Stone che avevo tra le mani, il quale sembra giocare la mossa della "denuncia" di tale invadenza e poi la asseconda con clamore.
update: Una bella analisi su Buoni Presagi.
update 2: Il commento di Fabio De Luca
La discussione intorno alla copertina di Rolling Stone mi sembra abbastanza mortificante. Si può dire che ci sono tutte le ragioni per indignarsi, così come si può dire che in realtà quell'immagine è già dissacrante di per sé; si possono sottolineare i passaggi più ironici dei vari editoriali impegnati a sostenere la paradossale tesi che Berlusconi sia la rockstar dell'anno (firmati da nomi quali Vincenzo Cerami, Silvia Ballestra, Stefano Pistolini, Alberto Piccinini e Francesco Bonami, oltre a quello del direttore Carlo Antonelli), così come si può notare quanto sappia di stantio l'intera faccenda.
Preso atto di tutto, lette le varie voci, e sperando di cogliere il messaggio in maniera meno grossolana di quella di un lettore del Giornale (e non solo), mi resta ancora la domanda: "perché?".
Per far parlare di sé? Per vendere più copie? Sarebbe una strategia di così breve respiro che non è possibile credere l'abbiano pensata.
E quindi? Era solo una battuta o si vuole sul serio utilizzare una forma di cultura popolare come metro per misurare il disastro di questo Paese? E a che scopo?
A un certo punto la Ballestra scrive di provare "nausea per l'invadenza nelle nostre vite di un certo tipino fino che continua a spuntare dai posti inaspettati". Leggendola non ho potuto fare a meno di pensare proprio al numero di Rolling Stone che avevo tra le mani, il quale sembra giocare la mossa della "denuncia" di tale invadenza e poi la asseconda con clamore.
update: Una bella analisi su Buoni Presagi.
update 2: Il commento di Fabio De Luca
Commenti
ma per uno come me, che ama di più la carta che internet, è un bel problema non avere nulla o così poco da leggere in edicola.
ciao, e.
ciao, e.
Voglio dire che uno che legge polaroid e simili, dove si propone l'ascolto di un certo tipo di musicisti, mi sembra davvero molto lontano dal mito della rockstar classica, il canone elvis-lennon-dylan-bowie, per intenderci.
A parte che il canone era già discutibile in sé; che poi col punk è andato a brandelli; che è stato ricostruito da gente comunque interessante ma tutto sommato non molto interessante per i lettori di polaroid (parliamo mai di u2 o di Springsteen o per dire della Whinehouse? Dico, a parte Valido che comunque è uno che lavora sulle icone, ma noialtri non siamo quelli che preferiscono ascoltare musica suonata approssimativamente da gente che è impazzita prima di avere successo o che dopo tre dischi meravigliosi e sconosciuti ha aperto una rosticceria?)
E allora, sul serio, se Rolling Stone avesse nominato Berlusconi coleottero dell'anno io non mi sentirei emotivamente molto più turbato. Non ho niente contro le rockstar e i coleotteri, forse anni fa mi davano un certo fastidio ma ormai mi lasciano indifferente.
Cioè, forse è il solito problema che sono il più vecchio della cumpa e ormai sragiono sulla panchina, in tal caso non replicate, fate finta di niente.
Antonelli, stavolta è una furbata dal fiato corto. Le luci della ribalta dei Tg in più, qualche copia venduta in più...e qualche grammo di dignità in meno. Meno male che Silvio c'è (per Rolling Stone).
ciao, e.
(Michel Houellebecq)
Paura che Rolling Stone non ti faccia più scrivere se dici qualcosa di sbagliato?
ciao, e.
By the way - anche Time mise in copertina Hitler come uomo dell'anno nel 1936 (mi pare).
Chiudo qui questo diciottesimo commento, messo cosi' anche per scaramanzia. Saluti dal Belgio,
Alessio