I used to wander these streets
Sembra passata una vita da quella mattina d'agosto quando Billie The Vision & The Dancers apparvero per la prima volta sotto una piccola tenda al Frukostpop. Eravamo là senza sapere perché il tipo dai capelli rossi che cantava fosse vestito da donna, e di cosa parlassero quelle storie che facevano piangere le ragazze intorno, e da dove saltasse fuori quel gruppo che suonava qualcosa come un bizzarro incrocio di Belle & Sebastian e Dire Straits. Un altro tipo dai capelli rossi, Erlend Øye, era seduto là e sembrava rapito da quei brani.
Arrivò presto una piccola notorietà per la banda di Malmö, con tour in Gran Bretagna e Germania insieme alle Pipettes (puntualmente documentato in una delle solite canzoni-diario di Lars Lindquists), i primi festival mainstream e una base di fan parecchio calorosa e appassionata.
Ora esce (anche in free download) il loro quarto disco in quattro anni, e I Used to Wander These Streets non pare modifcare molto la formula dei Billie The Vision. Sull'alter-ego Pablo come filo conduttore prevale il personaggio di Lily, il tono sembra essersi fatto più calmo e disteso e le tracce malinconiche sono più numerose di quelle allegre. Siamo ancora nel pieno della autobiografia/autoanalisi di Lindquists (Swedish Sin) e tornano ancora i racconti di notti ebbre e viaggi a occhi chiusi e abbracci e amori che non si può proprio lasciar finire (Someday Somehow, e soprattutto la super estiva Groovy).
Ma siamo abituati a questa sensazione di familiarità con i Billie The Vision, è stato così da subito, e sembrava di conoscerli da sempre.
>>>(mp3): Groovy
Sembra passata una vita da quella mattina d'agosto quando Billie The Vision & The Dancers apparvero per la prima volta sotto una piccola tenda al Frukostpop. Eravamo là senza sapere perché il tipo dai capelli rossi che cantava fosse vestito da donna, e di cosa parlassero quelle storie che facevano piangere le ragazze intorno, e da dove saltasse fuori quel gruppo che suonava qualcosa come un bizzarro incrocio di Belle & Sebastian e Dire Straits. Un altro tipo dai capelli rossi, Erlend Øye, era seduto là e sembrava rapito da quei brani.
Arrivò presto una piccola notorietà per la banda di Malmö, con tour in Gran Bretagna e Germania insieme alle Pipettes (puntualmente documentato in una delle solite canzoni-diario di Lars Lindquists), i primi festival mainstream e una base di fan parecchio calorosa e appassionata.
Ora esce (anche in free download) il loro quarto disco in quattro anni, e I Used to Wander These Streets non pare modifcare molto la formula dei Billie The Vision. Sull'alter-ego Pablo come filo conduttore prevale il personaggio di Lily, il tono sembra essersi fatto più calmo e disteso e le tracce malinconiche sono più numerose di quelle allegre. Siamo ancora nel pieno della autobiografia/autoanalisi di Lindquists (Swedish Sin) e tornano ancora i racconti di notti ebbre e viaggi a occhi chiusi e abbracci e amori che non si può proprio lasciar finire (Someday Somehow, e soprattutto la super estiva Groovy).
Ma siamo abituati a questa sensazione di familiarità con i Billie The Vision, è stato così da subito, e sembrava di conoscerli da sempre.
>>>(mp3): Groovy
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