Revelations
Niente punti stavolta! Ma scrivo lo stesso di getto che è tardissimo, sono vecchio e ci tengo comunque alla puntualità e allo stare sulla notizia.
Beccatevi 'sta paparazzata da fare invidia al London Paper:
Quest'uomo, che come avrete sicuramente notato è molto brutto, si chiama Fred MacPherson. O anche Frederick Blood-Royale. O anche Fred Les.
A voi non dice niente, ma alle più attente casalinghe inglesi è noto per essere saltuariamente comparso nei tabloid in qualità di ex-fidanzato di Peaches Geldof.
Vi ho mai parlato delle figlie di Bob Geldof? Si dice qualcosa laggiù da voi su di loro? No? Meglio così. Qua si dice fin troppo, e per nessun motivo plausibile.
Il punto è che per la seconda volta ho incrociato la sorella minore, la 17enne Pixie, freschissima tra l'altro di copertina su Tatler con tanto di titolo "the coolest girl in town". Arrivata alle Proud Galleries di gran carriera con truppa di amiche in tempo per sentire le ultime due canzoni, si piazza in prima fila, fa bella mostra del suo vestitino scollatizzzzimo, urla, scatta mille foto, si fuma una paglia e torna a casa nel giro di 20 minuti.
E meno male che c'era lei a fare casino e a portare alle stelle il tasso glamour della serata, perchè il povero Fred, che con i suoi Ox. Eagle. Lion. Man. propone un interessante art folk surreal-drammatico e molto personale, accompagnato da un chitarrista palesemente cresciuto coi Dream Theather, stava predicando nel silenzio più imbarazzante. Va sicuramente a gusti, ma la sua non è affatto roba da scartare a priori. Per esempio, il buon Lightspeed Champion (che Londonwatch non vale se non nomino Dev) se l'era tirato dietro come supporto per quella che è stata fino ad ora la sua più grossa data da headliner, al Koko. Insomma, assaggiate che non si sa mai.
Dal canto mio, ero lì per i Dananananaykroyd.
Lasciando da parte per un attimo il nome: vi ricordate quando l'emo era ancora figo? Quando era diverso? Quando era ancora semplicemente college post-hardcore melodico, e se parlavi di vestiti gotici e eyeliner da uomo ti guardavano come se avessi detto naso da pagliaccio e tutù da ballerina?
I Dananananaykroyd (no, sul nome ho deciso che non ci torno) vengono da Glasgow e sono in sei, hanno due batterie come i Trail of Dead (che ricordano molto), hanno una bassista femmina timida che è chiaramente un pesce fuor d'acqua ma si impegna tantissimo lo stesso, e fanno del volume impressionante senza dimenticare svariati momenti più distesi. Passano più tempo giù dal palco che sopra, anche perchè sopra non ci stanno e al chitarrista tocca andare al microfono e urlare al fonico "more stage!", come se bastasse spostare una levetta per aggiungere legno.
Il cantante, che è la copia sputata di Paul Dano in Il petroliere, a un certo punto fa tre giri completi di corsa di tutta la sala, mentre gli altri sono impegnati in un fraseggio strumentale, e il secondo batterista con una mossa maldestra si fa malissimo a un occhio e si assenta per cinque minuti.
E poi voglio dire, hanno un pezzo che comincia con "YEAH! Can you feel it in the air??" e un'intera strofa cantata dal pubblico (anche su disco)! Vi faccio sentire proprio quello:
>>>(mp3): Dananananaykroyd - Some Dresses
Comunque a chiudere la serata c'erano i Johnny Foreigner.
Per me è ormai la terza volta.
Magari verso la quinta/sesta inizieranno anche a piacermi.
Niente punti stavolta! Ma scrivo lo stesso di getto che è tardissimo, sono vecchio e ci tengo comunque alla puntualità e allo stare sulla notizia.
Beccatevi 'sta paparazzata da fare invidia al London Paper:
Quest'uomo, che come avrete sicuramente notato è molto brutto, si chiama Fred MacPherson. O anche Frederick Blood-Royale. O anche Fred Les.
A voi non dice niente, ma alle più attente casalinghe inglesi è noto per essere saltuariamente comparso nei tabloid in qualità di ex-fidanzato di Peaches Geldof.
Vi ho mai parlato delle figlie di Bob Geldof? Si dice qualcosa laggiù da voi su di loro? No? Meglio così. Qua si dice fin troppo, e per nessun motivo plausibile.
Il punto è che per la seconda volta ho incrociato la sorella minore, la 17enne Pixie, freschissima tra l'altro di copertina su Tatler con tanto di titolo "the coolest girl in town". Arrivata alle Proud Galleries di gran carriera con truppa di amiche in tempo per sentire le ultime due canzoni, si piazza in prima fila, fa bella mostra del suo vestitino scollatizzzzimo, urla, scatta mille foto, si fuma una paglia e torna a casa nel giro di 20 minuti.
E meno male che c'era lei a fare casino e a portare alle stelle il tasso glamour della serata, perchè il povero Fred, che con i suoi Ox. Eagle. Lion. Man. propone un interessante art folk surreal-drammatico e molto personale, accompagnato da un chitarrista palesemente cresciuto coi Dream Theather, stava predicando nel silenzio più imbarazzante. Va sicuramente a gusti, ma la sua non è affatto roba da scartare a priori. Per esempio, il buon Lightspeed Champion (che Londonwatch non vale se non nomino Dev) se l'era tirato dietro come supporto per quella che è stata fino ad ora la sua più grossa data da headliner, al Koko. Insomma, assaggiate che non si sa mai.
Dal canto mio, ero lì per i Dananananaykroyd.
Lasciando da parte per un attimo il nome: vi ricordate quando l'emo era ancora figo? Quando era diverso? Quando era ancora semplicemente college post-hardcore melodico, e se parlavi di vestiti gotici e eyeliner da uomo ti guardavano come se avessi detto naso da pagliaccio e tutù da ballerina?
I Dananananaykroyd (no, sul nome ho deciso che non ci torno) vengono da Glasgow e sono in sei, hanno due batterie come i Trail of Dead (che ricordano molto), hanno una bassista femmina timida che è chiaramente un pesce fuor d'acqua ma si impegna tantissimo lo stesso, e fanno del volume impressionante senza dimenticare svariati momenti più distesi. Passano più tempo giù dal palco che sopra, anche perchè sopra non ci stanno e al chitarrista tocca andare al microfono e urlare al fonico "more stage!", come se bastasse spostare una levetta per aggiungere legno.
Il cantante, che è la copia sputata di Paul Dano in Il petroliere, a un certo punto fa tre giri completi di corsa di tutta la sala, mentre gli altri sono impegnati in un fraseggio strumentale, e il secondo batterista con una mossa maldestra si fa malissimo a un occhio e si assenta per cinque minuti.
E poi voglio dire, hanno un pezzo che comincia con "YEAH! Can you feel it in the air??" e un'intera strofa cantata dal pubblico (anche su disco)! Vi faccio sentire proprio quello:
>>>(mp3): Dananananaykroyd - Some Dresses
Comunque a chiudere la serata c'erano i Johnny Foreigner.
Per me è ormai la terza volta.
Magari verso la quinta/sesta inizieranno anche a piacermi.
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