One day we're going to live in Paris, I promise
Grazie a Fabio De Luca per avere puntato di nuovo la mia attenzione sui Friendly Fires, indicati da molti come uno dei nomi caldi del 2008.
Li avevo un po' sottovalutati quando, in un'intervista su DiS del mese scorso, ero arrivato alla frase "this is dance music, for dancing to; it's not indie-dance music for geeks to get all chin-strokey over".
Questa corsa ad abbandonare la barca dell'indie che affonda (per saltare sul primo surf?) è abbastanza ridicola e antipatica. Non basterà mettersi una felpa col cappuccio, una t-shirt fluorescente e dei ray-ban enormi per farsi venire qualche idea.
Poi ho sentito il nuovo singolo Paris (uscito su 45giri per Moshi Moshi), e mi è sembrata fantastica. Cattura quell'umore notturno e urbano come una volta riusciva ai Bloc Party, coniugando morbidezze pop alla Phoenix con un beat che fila liscio tipo Hot Chip.
Nei due EP precedenti il trio britannico aveva mostrato di sapere toccare anche corde più dure, e molti hanno tirato fuori appropriati paragoni con !!! e Rapture. Senza disporre della profondità degli LCD, avevano anche azzeccato una paraculissima mossa di genio con la cover di Your Love di Frankie Knuckles, pezzo di storia della house music (uh, me l'era comprato in 12'' la bellezza di diciotto anni fa).
Quando infine li vedi cambiare ancora le carte in tavola e dichiarare a Mixmag che "it's not pure club music, when we play live it's noisy, full-on and trashy", decidi di smettere di cercare informazioni e recensioni e fai ripartire la tirata new-wave di Photoboot dall'inizio. Ci si vede a Parigi.
>>>(mp3): Friendly Fires - Paris
>>>(video): Friendly Fires - Paris
>>>(mp3): Friendly Fires - Your Love (Frankie Knuckles cover)
Grazie a Fabio De Luca per avere puntato di nuovo la mia attenzione sui Friendly Fires, indicati da molti come uno dei nomi caldi del 2008.
Li avevo un po' sottovalutati quando, in un'intervista su DiS del mese scorso, ero arrivato alla frase "this is dance music, for dancing to; it's not indie-dance music for geeks to get all chin-strokey over".
Questa corsa ad abbandonare la barca dell'indie che affonda (per saltare sul primo surf?) è abbastanza ridicola e antipatica. Non basterà mettersi una felpa col cappuccio, una t-shirt fluorescente e dei ray-ban enormi per farsi venire qualche idea.
Poi ho sentito il nuovo singolo Paris (uscito su 45giri per Moshi Moshi), e mi è sembrata fantastica. Cattura quell'umore notturno e urbano come una volta riusciva ai Bloc Party, coniugando morbidezze pop alla Phoenix con un beat che fila liscio tipo Hot Chip.
Nei due EP precedenti il trio britannico aveva mostrato di sapere toccare anche corde più dure, e molti hanno tirato fuori appropriati paragoni con !!! e Rapture. Senza disporre della profondità degli LCD, avevano anche azzeccato una paraculissima mossa di genio con la cover di Your Love di Frankie Knuckles, pezzo di storia della house music (uh, me l'era comprato in 12'' la bellezza di diciotto anni fa).
Quando infine li vedi cambiare ancora le carte in tavola e dichiarare a Mixmag che "it's not pure club music, when we play live it's noisy, full-on and trashy", decidi di smettere di cercare informazioni e recensioni e fai ripartire la tirata new-wave di Photoboot dall'inizio. Ci si vede a Parigi.
>>>(mp3): Friendly Fires - Paris
>>>(video): Friendly Fires - Paris
>>>(mp3): Friendly Fires - Your Love (Frankie Knuckles cover)
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