Tastiera elettronica per chi è solo con dolore
«Nel 1979 Casio decide di estendere la propria attività di produzione di calcolatrici tascabili e orologi a quella di strumenti musicali.
Nel gennaio 1980, l'azienda introduce sul mercato Casiotone 201, una tastiera elettronica, il cui utilizzo non richiede particolari conoscenze musicali ed è estremamente semplice.
Casiotone 201 è una keyboard dal suono non tipicamente elettronico. Essa è in grado di riprodurre il suono di un pianoforte, di un organo o di una chitarra.
Il clima culturale che si era creato in Giappone all'epoca, in seguito alla crescita economica, era caratterizzato dal passaggio dai valori materiali a quelli spirituali.
Questo sviluppo risulta congeniale a Casiotone, contribuendo ad una positiva affermazione sul mercato».
(Casio Europe - Corporate History, cap.3).
Tutto questo per dirvi che stasera, in mezzo ai valori materiali e a quelli spirituali, a Murato (presso il Club74) è di scena Casiotone For The Painfully Alone.
Il giovane Owen Ashworth proviene da Portland e ora risiede a San Francisco. Dopo studi di cinema, approda alla musica quando si accorge che comporre canzoni è un modo molto più economico di raccontare storie che girare film. Sulla baia soffia un vento gelido.
I suoni contenuti nei suoi tre album provengono per la quasi totalità da tastiere a batteria e da altri aggeggi molto cheap. La sua musica è una sorta di "elettronica povera" molto cantautorale, ruvida e, in un certo senso, spesso desolata come le storie che racconta.
"Mi piace pensare alle mie composizioni come a piccolissime, oneste tragedie nella vita di persone giovani e ordinarie. Spero siano storie in cui la gente possa identificarsi. I miei brani preferiti sono sempre quelli tristi. Amo la musica di Hank Williams e della Carter Family. C'e qualcosa di profondamente soddisfacente in una canzone davvero depressa. Sono quelle che ti si appiccicano di più addosso".
Qui trovate un po' di mp3 tristi.
Prima e dopo il concerto il sottoscritto mette i dischi.
Spero un po' più allegri, ma non garantisco niente.
«Nel 1979 Casio decide di estendere la propria attività di produzione di calcolatrici tascabili e orologi a quella di strumenti musicali.
Nel gennaio 1980, l'azienda introduce sul mercato Casiotone 201, una tastiera elettronica, il cui utilizzo non richiede particolari conoscenze musicali ed è estremamente semplice.
Casiotone 201 è una keyboard dal suono non tipicamente elettronico. Essa è in grado di riprodurre il suono di un pianoforte, di un organo o di una chitarra.
Il clima culturale che si era creato in Giappone all'epoca, in seguito alla crescita economica, era caratterizzato dal passaggio dai valori materiali a quelli spirituali.
Questo sviluppo risulta congeniale a Casiotone, contribuendo ad una positiva affermazione sul mercato».
(Casio Europe - Corporate History, cap.3).
Tutto questo per dirvi che stasera, in mezzo ai valori materiali e a quelli spirituali, a Murato (presso il Club74) è di scena Casiotone For The Painfully Alone.
Il giovane Owen Ashworth proviene da Portland e ora risiede a San Francisco. Dopo studi di cinema, approda alla musica quando si accorge che comporre canzoni è un modo molto più economico di raccontare storie che girare film. Sulla baia soffia un vento gelido.
I suoni contenuti nei suoi tre album provengono per la quasi totalità da tastiere a batteria e da altri aggeggi molto cheap. La sua musica è una sorta di "elettronica povera" molto cantautorale, ruvida e, in un certo senso, spesso desolata come le storie che racconta.
"Mi piace pensare alle mie composizioni come a piccolissime, oneste tragedie nella vita di persone giovani e ordinarie. Spero siano storie in cui la gente possa identificarsi. I miei brani preferiti sono sempre quelli tristi. Amo la musica di Hank Williams e della Carter Family. C'e qualcosa di profondamente soddisfacente in una canzone davvero depressa. Sono quelle che ti si appiccicano di più addosso".
Qui trovate un po' di mp3 tristi.
Prima e dopo il concerto il sottoscritto mette i dischi.
Spero un po' più allegri, ma non garantisco niente.
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