Steal all you can motherfucker
The Hidden Cameras, live in München, 27/11/2004
Non so se ti interessasero davvero le voci sgraziate rivolte alla bionda violista, oppure che tutti a un certo punto battessero le mani. Non c'era tempo di ascoltare quelli che gridavano da dove venivano, e nessuna risposta per quelli che chiedevano canzoni.
La Funkhouse di Monaco, piena di gente e calda all'inverosimile, non sarebbe stato il luogo del Miracle, del rito pagano raccontato tante volte e così bene da Alistair Fitchet, e che io avevo atteso e spasimato ascoltando i dischi, scalciando in una camera, saltando in una strada, avviandomi con calma e a grandi respiri per un sentiero di montagna sopra un fiordo.
Si leggeva nei tuoi occhi un po' distanti, preoccupati per una corda di chitarra quando invece stava per esplodere l'Unione Del Vino.
Si capiva dalla piega severa delle tue labbra, quasi mai un sorriso, che quello sarebbe stato solo un concerto. Un grande, normale concerto di un buon gruppo che suona buona musica pop. Una canzone dopo l'altra, per un'ora o poco più. Qualcuno avrebbe anche potuto dire che ti stavi ripetendo.
Ma tu sapevi che c'era dell'altro, che non tutte le canzoni sono innocenti e possono essere suonate senza credere, tirare in mezzo preghiere (recitarle inginocchiati), e senza metterci tutto il corpo.
Io non potevo accontentarmi del tuo coito interrotto, e così quando hai pronunciato "I found music and he found me" ho deciso di rubarti tutto quello che avevi da darmi, proprio come canti tu. Mi sono preso ogni nota, ogni parola, riempito le mani e scagliate contro il soffitto con tutta la forza delle braccia. Ho chiuso gli occhi, proprio come hai fatto tu con il solito nastro rosso, e ho ballato. Ogni goccia di sudore che scivolava già dal palco (saremo mai più così vicini?) impregnava d'odore la mia maglietta e scendeva lungo le gambe che non stavano ferme, Smells Like Happiness. Non so se t'importava, se eri lì apposta per farti derubare, se io ero soltanto un ingenuo, ma erano quelle a farmi credere, a farmi credere In The Good Of Life.
The Hidden Cameras, live in München, 27/11/2004
Non so se ti interessasero davvero le voci sgraziate rivolte alla bionda violista, oppure che tutti a un certo punto battessero le mani. Non c'era tempo di ascoltare quelli che gridavano da dove venivano, e nessuna risposta per quelli che chiedevano canzoni.
La Funkhouse di Monaco, piena di gente e calda all'inverosimile, non sarebbe stato il luogo del Miracle, del rito pagano raccontato tante volte e così bene da Alistair Fitchet, e che io avevo atteso e spasimato ascoltando i dischi, scalciando in una camera, saltando in una strada, avviandomi con calma e a grandi respiri per un sentiero di montagna sopra un fiordo.
Si leggeva nei tuoi occhi un po' distanti, preoccupati per una corda di chitarra quando invece stava per esplodere l'Unione Del Vino.
Si capiva dalla piega severa delle tue labbra, quasi mai un sorriso, che quello sarebbe stato solo un concerto. Un grande, normale concerto di un buon gruppo che suona buona musica pop. Una canzone dopo l'altra, per un'ora o poco più. Qualcuno avrebbe anche potuto dire che ti stavi ripetendo.
Ma tu sapevi che c'era dell'altro, che non tutte le canzoni sono innocenti e possono essere suonate senza credere, tirare in mezzo preghiere (recitarle inginocchiati), e senza metterci tutto il corpo.
Io non potevo accontentarmi del tuo coito interrotto, e così quando hai pronunciato "I found music and he found me" ho deciso di rubarti tutto quello che avevi da darmi, proprio come canti tu. Mi sono preso ogni nota, ogni parola, riempito le mani e scagliate contro il soffitto con tutta la forza delle braccia. Ho chiuso gli occhi, proprio come hai fatto tu con il solito nastro rosso, e ho ballato. Ogni goccia di sudore che scivolava già dal palco (saremo mai più così vicini?) impregnava d'odore la mia maglietta e scendeva lungo le gambe che non stavano ferme, Smells Like Happiness. Non so se t'importava, se eri lì apposta per farti derubare, se io ero soltanto un ingenuo, ma erano quelle a farmi credere, a farmi credere In The Good Of Life.
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