Musica per fulmini e nostalgia
Nonostante la qualità del suono potrebbe illudermi del contrario, con un po' di disappunto devo convincermi che Thunder, lightning, strike dei The Go! Team non è una di quelle cassette che da bambino registravo di notte, quando certe radio di provincia trasmettevano misteriosi mix non stop.
In quelle cassette nessuno parlava, nessuno spiegava niente. La musica scorreva, avviluppata tra Sugarhill Gang, basi disco e bassi caldi, una voce che urlava "Can you feeeeel it?" e improvvisi break di James Brown che sconquassavano tutto. U-ah.
E sempre a quegli anni rimanda un equivoco sul nome dell'attuale gruppo inglese, che non è da confondere con quello del'omonima band fondata da Calvin Johnson e nella quale transitò per un istante anche Kurt Cobain.
E nonostante io continui a guardarmi indietro, il disco dei Go! Team è qui, oggi, e vuole farci divertire.
Ci riuscirà. L'impatto che avrà su di voi sarà come quello della valanga Avalanches di un paio di anni fa, ma con un repertorio di campionamenti tutti r'n'b e hip hop vecchia scuola.
Ascoltate Ladyflash e provate a resistere alla tentazione di stendere i cartoni all'angolo del marciapiede e buttarvi giù a brekkare. Tutto un diluvio di coretti yeah yeah yeah, e rock the microphone, e almeno seimila diverse rullate di drum machine, una più electro dell'altra, a saturare...
Gli risponde Bottle rocket, let's rock this place, voci femminili e felpe con le maniche tagliate. Una malinconica armonica fa da contrappunto a una rincorsa di trombe da anthem assoluto.
Negli ultimi quaranta secondo di Get it together si percepisce ancora il calore delle dita sul giradischi.
L'attacco di Junior kickstart sa quasi di Strokes, ma presto entra in scena uno stuolo di fiati degno di qualche b-movie crudo e seventies.
Anche quando i ritmi rallentano tutto funziona alla perfezione: Everyone is a VIP to someone potrebbe partire subito dopo Ce Matin La degli Air.
I Go! Team hanno raccolto in questo album le idee sparse in tre anni di singoli, e c'è dell'eroismo in questa nuova frontiera della nostalgia.
Nonostante la qualità del suono potrebbe illudermi del contrario, con un po' di disappunto devo convincermi che Thunder, lightning, strike dei The Go! Team non è una di quelle cassette che da bambino registravo di notte, quando certe radio di provincia trasmettevano misteriosi mix non stop.
In quelle cassette nessuno parlava, nessuno spiegava niente. La musica scorreva, avviluppata tra Sugarhill Gang, basi disco e bassi caldi, una voce che urlava "Can you feeeeel it?" e improvvisi break di James Brown che sconquassavano tutto. U-ah.
E sempre a quegli anni rimanda un equivoco sul nome dell'attuale gruppo inglese, che non è da confondere con quello del'omonima band fondata da Calvin Johnson e nella quale transitò per un istante anche Kurt Cobain.
E nonostante io continui a guardarmi indietro, il disco dei Go! Team è qui, oggi, e vuole farci divertire.
Ci riuscirà. L'impatto che avrà su di voi sarà come quello della valanga Avalanches di un paio di anni fa, ma con un repertorio di campionamenti tutti r'n'b e hip hop vecchia scuola.
Ascoltate Ladyflash e provate a resistere alla tentazione di stendere i cartoni all'angolo del marciapiede e buttarvi giù a brekkare. Tutto un diluvio di coretti yeah yeah yeah, e rock the microphone, e almeno seimila diverse rullate di drum machine, una più electro dell'altra, a saturare...
Gli risponde Bottle rocket, let's rock this place, voci femminili e felpe con le maniche tagliate. Una malinconica armonica fa da contrappunto a una rincorsa di trombe da anthem assoluto.
Negli ultimi quaranta secondo di Get it together si percepisce ancora il calore delle dita sul giradischi.
L'attacco di Junior kickstart sa quasi di Strokes, ma presto entra in scena uno stuolo di fiati degno di qualche b-movie crudo e seventies.
Anche quando i ritmi rallentano tutto funziona alla perfezione: Everyone is a VIP to someone potrebbe partire subito dopo Ce Matin La degli Air.
I Go! Team hanno raccolto in questo album le idee sparse in tre anni di singoli, e c'è dell'eroismo in questa nuova frontiera della nostalgia.
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