Da non perdere
Come forse saprete, c'è una nuova rivista musicale in città. Si chiama Losing Today e porta un sottotitolo ambizioso: "the indie music magazine".
Credo che un modo gentile per evitare di dare definizioni su cosa sia "indie" oppure no potrebbe essere quello di spiegare che è "sentimentalmente indie" il modo in cui la rivista è fatta. Se non fosse per la grafica curatissima, le fantastiche fotografie e la carta elegante, probabilmente i ragazzi di Roma avrebbero preso in mano anche forbici e colla. Ma il Do It Yourself per fortuna si è fermato alla selezione musicale, abbastanza obliqua per il lettore medio di riviste.
A chi frequenta questo blog e quelli spesso qui linkati, invece, potrà capitare di respirare una certa aria di famiglia. Poi magari si dà un'occhiata ai credits e si scoprono nomi amici, facce viste ai concerti, insospettabili e inaspettate coincidenze.
L'idea, credo, è che tutte queste persone facciano un giornale con lo stesso spirito spontaneo, sincero e sentito con cui parlano di musica sui loro blog, nei forum e sulle mille mailing list. E la cosa assume ancora più valore se tutto ciò si tramuta in un giornale figo come questo.
Che poi, basterebbe spendere quei 3 euro e novanta solo per avere il cd allegato e ascoltare la traccia numero uno, a ripetizione. Preparatevi, perché Our nature degli Yuppie Flu è già una hit dell'estate. Ovviamente di un'estate indie.
Tutto il resto l'ha già detto Emiliano e a lui, e ad Andrea e Fabrizio, vanno tutti i nostri in bocca al lupo per aver realizzato un piccolo sogno.
Aggiungo poi.
Non sono stati soltanto i racconti di chi c'era a spiegare come quella serata a bolognetti finì per essere lo zenit di un hype che si manifesta senza pretesti: la festa per il successo di un'ipotesi senza altri fini.
Lo penso adesso, che pure non c'ero: una maglietta rosa con tre punti esclamativi bianchi, leggermente slabbrata, le pagine liscie di una rivista bella quanto the wire che ci contiene.
Tutti.
Come una polaroid che, preso corpo pian piano, crudele ancora con la tua circoscritta pazienza, inaspettatamente, esca nitida e limpida al punto di sembrare trasparente (un'ipotesi, si diceva, di chiarezza e lucidità).
Wow.
Grazie a tutti.
Come forse saprete, c'è una nuova rivista musicale in città. Si chiama Losing Today e porta un sottotitolo ambizioso: "the indie music magazine".
Credo che un modo gentile per evitare di dare definizioni su cosa sia "indie" oppure no potrebbe essere quello di spiegare che è "sentimentalmente indie" il modo in cui la rivista è fatta. Se non fosse per la grafica curatissima, le fantastiche fotografie e la carta elegante, probabilmente i ragazzi di Roma avrebbero preso in mano anche forbici e colla. Ma il Do It Yourself per fortuna si è fermato alla selezione musicale, abbastanza obliqua per il lettore medio di riviste.
A chi frequenta questo blog e quelli spesso qui linkati, invece, potrà capitare di respirare una certa aria di famiglia. Poi magari si dà un'occhiata ai credits e si scoprono nomi amici, facce viste ai concerti, insospettabili e inaspettate coincidenze.
L'idea, credo, è che tutte queste persone facciano un giornale con lo stesso spirito spontaneo, sincero e sentito con cui parlano di musica sui loro blog, nei forum e sulle mille mailing list. E la cosa assume ancora più valore se tutto ciò si tramuta in un giornale figo come questo.
Che poi, basterebbe spendere quei 3 euro e novanta solo per avere il cd allegato e ascoltare la traccia numero uno, a ripetizione. Preparatevi, perché Our nature degli Yuppie Flu è già una hit dell'estate. Ovviamente di un'estate indie.
Tutto il resto l'ha già detto Emiliano e a lui, e ad Andrea e Fabrizio, vanno tutti i nostri in bocca al lupo per aver realizzato un piccolo sogno.
Aggiungo poi.
Non sono stati soltanto i racconti di chi c'era a spiegare come quella serata a bolognetti finì per essere lo zenit di un hype che si manifesta senza pretesti: la festa per il successo di un'ipotesi senza altri fini.
Lo penso adesso, che pure non c'ero: una maglietta rosa con tre punti esclamativi bianchi, leggermente slabbrata, le pagine liscie di una rivista bella quanto the wire che ci contiene.
Tutti.
Come una polaroid che, preso corpo pian piano, crudele ancora con la tua circoscritta pazienza, inaspettatamente, esca nitida e limpida al punto di sembrare trasparente (un'ipotesi, si diceva, di chiarezza e lucidità).
Wow.
Grazie a tutti.
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