Primavera preview
Personalmente comincio a pensare di avere un debole per la Svezia.
Eppure, i Last Days Of April portano un nome talmente emo da sfiorare la parodia. Invece, questi ragazzi provenienti da Stoccolma non scherzano. Si sono formati otto anni fa e ogni due, con regolarità, sfornano un album. Quello che uscirà tra poche settimane è il quinto e porta il titolo di If you lose it.
Rispetto al passato, i suoni si ammorbidiscono e virano verso un garbato indie rock.
La voce di Karl Larsson a volte ricorda quella dei Notwist epoca Shrink (e questo gioca tutto a suo favore).
Un paio di pezzi (Tears on hold, Do for two) li ballerete sicuramente sulla pista del vostro rock club preferito, e da dischi come questo non si può proprio chiedere di più.
In mezzo a tutte le uscite iperintellettuali che ci aspettano nelle prossime settimane, una primaverile boccata d’aria.
Personalmente comincio a pensare di avere un debole per la Svezia.
Eppure, i Last Days Of April portano un nome talmente emo da sfiorare la parodia. Invece, questi ragazzi provenienti da Stoccolma non scherzano. Si sono formati otto anni fa e ogni due, con regolarità, sfornano un album. Quello che uscirà tra poche settimane è il quinto e porta il titolo di If you lose it.
Rispetto al passato, i suoni si ammorbidiscono e virano verso un garbato indie rock.
La voce di Karl Larsson a volte ricorda quella dei Notwist epoca Shrink (e questo gioca tutto a suo favore).
Un paio di pezzi (Tears on hold, Do for two) li ballerete sicuramente sulla pista del vostro rock club preferito, e da dischi come questo non si può proprio chiedere di più.
In mezzo a tutte le uscite iperintellettuali che ci aspettano nelle prossime settimane, una primaverile boccata d’aria.
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