I don't need love, I've got my band
L'ho già usato questo titolo e mi ripeto, poco importa. Meriterebbe un blog apposta.
La frenetica terza traccia di Pulling our weight, nuovo eccezionale ep dei Radio Dept., mi scorre sotto pelle mentre attraverso rapido in bici una Bologna deserta l'ultimo giorno di vacanze e scende nebbia sfilacciata che si impiglia nella cuffia di lana.
Alla festa ovviamente l'ho messa e non so se qualcuno l'ha riconosciuta ma tutti stavano ballando, ho alzato le braccia, ho perso le cuffie volando giù dal bancone in mezzo agli altri e mi sono messo a saltare, avrei voluto sapere le parole e perdere anche la voce, c'è quest'aria molto Cure, molto felici giorni andati (era più semplice), molto rumore trattenuto dentro, fare no con la testa, stringere i pugni mentre ci si piega in avanti, tre note di chitarra sbavate dopo l'immancabile arpeggio iniziale, il riverbero la batteria elettronica che rulla ogni quattro battute, la voce al telefono, più distorsione verso la fine, è così è così è così.
Intanto i Radio Dept. cominciano a raccoglire consensi: la più alta "nuova entrata" nella classifica ufficiale Disco Bravo 2003, il quarto posto nella classifica dei dischi preferiti del 2003 da Indiepop.it, un nuovo contratto di distribuzione con la XL Recordings, e addirittura suonerie di cellulare a pagamento.
Nel nuovo disco la malinconia batte l'allegria 3 a 2: rete decisiva di Someone else dopo l'ottima apertura di Pulling our weight.
Padrona incontrastata del campo, una grazia pop semplice e sincera che fa di ogni canzone di questi ragazzi, anche la più approssimativa, una meraviglia di leggerezza.
Ribadisco: sono proprio innamorato di questi sfigati. I don't need love, I've got my band, and it's The Radio Dept.
L'ho già usato questo titolo e mi ripeto, poco importa. Meriterebbe un blog apposta.
La frenetica terza traccia di Pulling our weight, nuovo eccezionale ep dei Radio Dept., mi scorre sotto pelle mentre attraverso rapido in bici una Bologna deserta l'ultimo giorno di vacanze e scende nebbia sfilacciata che si impiglia nella cuffia di lana.
Alla festa ovviamente l'ho messa e non so se qualcuno l'ha riconosciuta ma tutti stavano ballando, ho alzato le braccia, ho perso le cuffie volando giù dal bancone in mezzo agli altri e mi sono messo a saltare, avrei voluto sapere le parole e perdere anche la voce, c'è quest'aria molto Cure, molto felici giorni andati (era più semplice), molto rumore trattenuto dentro, fare no con la testa, stringere i pugni mentre ci si piega in avanti, tre note di chitarra sbavate dopo l'immancabile arpeggio iniziale, il riverbero la batteria elettronica che rulla ogni quattro battute, la voce al telefono, più distorsione verso la fine, è così è così è così.
Intanto i Radio Dept. cominciano a raccoglire consensi: la più alta "nuova entrata" nella classifica ufficiale Disco Bravo 2003, il quarto posto nella classifica dei dischi preferiti del 2003 da Indiepop.it, un nuovo contratto di distribuzione con la XL Recordings, e addirittura suonerie di cellulare a pagamento.
Nel nuovo disco la malinconia batte l'allegria 3 a 2: rete decisiva di Someone else dopo l'ottima apertura di Pulling our weight.
Padrona incontrastata del campo, una grazia pop semplice e sincera che fa di ogni canzone di questi ragazzi, anche la più approssimativa, una meraviglia di leggerezza.
Ribadisco: sono proprio innamorato di questi sfigati. I don't need love, I've got my band, and it's The Radio Dept.
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