Thank you for the music (8)
Una polaroid di musica in nice price
Il fatto che l'essenziale della discografia dei Velvet Underground si trovi tutto nella fascia più bassa di prezzo potrebbe essere preso come un buon segno dei tempi.
Tralascio considerazioni sul se e come poi certe cose purtroppo cadano nel vuoto.
Il fatto è che mi metto nei panni di chi oggi comincia a masticare musica e si chiede chi siano mai questi padri fondatori, e perché debbano occupare uno scaffale intero tra box, compilation, rarità e ristampe.
La mia opinione è che Loaded sia il disco migliore per avvicinarsi ai VU e cominciare a orientarsi, anche se pare essere quello a cui loro (soprattutto Lou Reed) tenevano di meno.
D'accordo, il "disco con la banana" è fondamentale, mentre i due successivi sono quelli più sanguigni e ruvidi. Ma Loaded è quello che con più leggerezza riesce a mostrarti cosa sapevano fare i VU e perché sono ancora così importanti oggi, almeno per chi ascolta un certo tipo di musica.
Il 1970 era un momento di stress per la band: John Cale era stato allontanato da un pezzo, Maureen Tucker stava per avere un figlio, cinque sere la settimana (per dieci settimane) i VU suonavano al Max's Kansas City, Doug Yule reclamava maggiore spazio e Lou Reed subiva le pressioni della nuova etichetta discografica, la Atlantic, abbastanza timorosa delle tematiche dei suoi testi (Reed avrebbe poi lasciato la band prima dell'uscita del disco).
Che nello stesso periodo abbiano potuto scrivere gemme della storia della musica come Who Loves the Sun o Sweet Jane è semplicemente un miracolo. Ma la canzone che amo sopra ogni altra di Loaded resterà sempre l'impetuosa Rock & Roll: la storia più universale per chi ascolta musica, talmente semplice e banale che non vi linko nemmeno il testo. Lo conoscete già, è quello che è successo a voi, un sacco di tempo fa.
Queste le parole di Reed: "Se non avessi mai sentito il rock & roll alla radio, non avrei mai pensato che ci fosse vita su questo pianeta. Sarebbe stato devastante pensare che tutto quanto, dappertutto, fosse come il posto da cui provengo. Sarebbe stato profondamente scoraggiante. Il cinema non faceva per me. La TV non faceva per me. Era la radio che faceva per me".
... you know my life was saved by rock & roll...
Una polaroid di musica in nice price
Il fatto che l'essenziale della discografia dei Velvet Underground si trovi tutto nella fascia più bassa di prezzo potrebbe essere preso come un buon segno dei tempi.
Tralascio considerazioni sul se e come poi certe cose purtroppo cadano nel vuoto.
Il fatto è che mi metto nei panni di chi oggi comincia a masticare musica e si chiede chi siano mai questi padri fondatori, e perché debbano occupare uno scaffale intero tra box, compilation, rarità e ristampe.
La mia opinione è che Loaded sia il disco migliore per avvicinarsi ai VU e cominciare a orientarsi, anche se pare essere quello a cui loro (soprattutto Lou Reed) tenevano di meno.
D'accordo, il "disco con la banana" è fondamentale, mentre i due successivi sono quelli più sanguigni e ruvidi. Ma Loaded è quello che con più leggerezza riesce a mostrarti cosa sapevano fare i VU e perché sono ancora così importanti oggi, almeno per chi ascolta un certo tipo di musica.
Il 1970 era un momento di stress per la band: John Cale era stato allontanato da un pezzo, Maureen Tucker stava per avere un figlio, cinque sere la settimana (per dieci settimane) i VU suonavano al Max's Kansas City, Doug Yule reclamava maggiore spazio e Lou Reed subiva le pressioni della nuova etichetta discografica, la Atlantic, abbastanza timorosa delle tematiche dei suoi testi (Reed avrebbe poi lasciato la band prima dell'uscita del disco).
Che nello stesso periodo abbiano potuto scrivere gemme della storia della musica come Who Loves the Sun o Sweet Jane è semplicemente un miracolo. Ma la canzone che amo sopra ogni altra di Loaded resterà sempre l'impetuosa Rock & Roll: la storia più universale per chi ascolta musica, talmente semplice e banale che non vi linko nemmeno il testo. Lo conoscete già, è quello che è successo a voi, un sacco di tempo fa.
Queste le parole di Reed: "Se non avessi mai sentito il rock & roll alla radio, non avrei mai pensato che ci fosse vita su questo pianeta. Sarebbe stato devastante pensare che tutto quanto, dappertutto, fosse come il posto da cui provengo. Sarebbe stato profondamente scoraggiante. Il cinema non faceva per me. La TV non faceva per me. Era la radio che faceva per me".
... you know my life was saved by rock & roll...
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