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Il numero di Zero In Condotta che trovate oggi nelle edicole di Bologna e provincia è l'ultimo. Almeno per un po', e almeno in questo formato.
Noi collaboratori satelliti svagati abbiamo appreso la notizia soltanto una settimana fa.
In poche parole, non ci sono più soldi. In altre parole, forse non ha più senso lottare contro i debiti come hanno sempre fatto nella loro coraggiosa storia Mongolfiera prima e Zero In Condotta poi, se i lettori si riducono a poche (poche) centinaia, e sono in ribasso.
I soldi, dunque, sono un problema, ma non il primo. L'altra sera in riunione Valerio Monteventi ha spiegato che esiste una questione innanzitutto politica. Negli ultimi anni ZIC si è avvicinato sempre più ai discorsi dell'area identificabile come Movimento. Eppure in città chi orbita in quell'area non legge ZIC.
Colpa della cadenza quindicinale? Colpa di internet? Colpa di una comunicazione sbagliata? Colpa del prezzo? (2,50 euro, pensateci bene...)
Non lo so, e non lo sa bene neppure chi più di me è dentro alla cosa. Quindi time out per tutti. Si ripartirà sicuramente dal sito, sul quale dovrebbe mettere le mani anche Matteo, e solo il cielo sa quanto farebbe bene. Su carta invece la riflessione (nonché il fund raising) dovrà essere più articolata.

Mi dispiace per tanti motivi. Primo, perché sull'ultimo numero La Laura e il sottoscritto, inconsapevoli, hanno frettolosamente dedicato a El Guapo e J Mascis due articoli di routine. Niente finale coi botti.
Secondo, perché il gruppo dei redattori musicali (tra cui diversi blog che conoscete) era riuscito a costruire tre quattro pagine di ottimo e costante livello, e lo dico da lettore di riviste. Dove andrà ora tutto questo patrimonio? Certo, non andava molto lontano neppure prima, con quello che si vendeva. Però esisteva, pensava, proponeva, si faceva conoscere nei posti dove si suona.
Ora in città l'informazione musicale resterà quella degli opuscoli pubblicitari di free press, o quella dei quotidiani, spesso copia&incolla di comunicati, sempre più a ruota del copia&incolla televisivo.

Pensavo a questo ieri sera, fermo in bici davanti al PalaDozza, mentre migliaia di adolescenti uscivano dal concerto dei Muse (io che sono abituato alle cinquanta facce del Covo, e non proprio giovanissime) e mi passavano accanto.
Non importa che i Muse facciano cagare, non importa che molti fossero là per il gruppo da MTV: loro erano là.
Io da un'altra parte.
ZIC ormai più da nessuna.

Ho sognato a occhi aperti di avere un pacco di fotocopie piegate nello zaino, di scendere dalla bici e di cominciare a vendere a quei ragazzini una fanzine, una fanza di un foglio solo piegato in quattro dove ci scrivono e disegnano tutti i miei amici, quelli che adesso ritorneranno al loro blog solitari, ai loro telecomandi e alle loro spese su internet.

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