Frustami, amore
Non puoi stare con una ragazza solo perché ti ricorda una tua ex. Alla lunga, questo genere di storie non regge. Ti scopri a chiederle di indossare certi abiti dalla vita stretta, a implorarle di tingersi i capelli di biondo platino, a sussurarle un nome che lei non ha mai sentito. E quella luce sinistra nei tuoi occhi finisce per spaventarla.
Una cosa simile mi pare possa dirsi anche per il rock: nonostante oggi sia costume mettere bene in mostra i propri modelli del passato (di qualunque passato), un intero disco non può vivere solo di quelli.
I Raveonettes avevano esordito con un ep rumorosissimo (recensito, non si sa perché, su Mucchio Selvaggio della settimana scorsa) che mi aveva detto poco. Problema mio, direte voi che in Attack of the Ghost Riders sentivate i Cramps. A me pareva tutto piuttosto piatto.
Invece questo nuovo The Chain Gang of Love mi è suonato bene fin dall'inizio: divertente, cattivo, ironico... aggettivi semplici per una musica che non vuole darsi complicazioni.
L'infilata delle prime tre canzoni è contagiosa, con il singolo The Great Love Sound e l'intro di Noisy Summer che sembra presa dalle Marvelettes (acc! il nome!).
Le ballate fanno sorridere e sono la classica scena d'amore dei due adolescenti in riva al lago di notte, subito prima che dalle acque salti fuori il mostro.
Rock'n'roll per Ed Wood? Scorribanda rockabilly tipo Meat Loaf in Rocky Horror Picture Show? Let's rave on, Heartbreak stroll e New York was great ne hanno per tutti.
E non ci può si può togliere dalla testa i versi di Little Animal: "my girl is a little animal / she always wants to fuck / can't find a reason why / I guess it's just my luck".
Per sganciarsi dagli ideali di Jesus & Mary Chain e My Bloody Valentine i danesi Raveonettes hanno optato per la via danese più in voga: il dogma. L’intero album è suonato in una sola tonalità (stavolta Si bemolle maggiore) e le canzoni di tre minuti non devono contenere più di tre accordi.
Si può dire che ora la formula funzioni: il rock’n’roll è rimasto abrasivo ma non più è (così) ripetitivo, si balla in pelle nera, le motociclette fuori sono parcheggiate in fila. La bionda è altissima.
Non puoi stare con una ragazza solo perché ti ricorda una tua ex. Alla lunga, questo genere di storie non regge. Ti scopri a chiederle di indossare certi abiti dalla vita stretta, a implorarle di tingersi i capelli di biondo platino, a sussurarle un nome che lei non ha mai sentito. E quella luce sinistra nei tuoi occhi finisce per spaventarla.
Una cosa simile mi pare possa dirsi anche per il rock: nonostante oggi sia costume mettere bene in mostra i propri modelli del passato (di qualunque passato), un intero disco non può vivere solo di quelli.
I Raveonettes avevano esordito con un ep rumorosissimo (recensito, non si sa perché, su Mucchio Selvaggio della settimana scorsa) che mi aveva detto poco. Problema mio, direte voi che in Attack of the Ghost Riders sentivate i Cramps. A me pareva tutto piuttosto piatto.
Invece questo nuovo The Chain Gang of Love mi è suonato bene fin dall'inizio: divertente, cattivo, ironico... aggettivi semplici per una musica che non vuole darsi complicazioni.
L'infilata delle prime tre canzoni è contagiosa, con il singolo The Great Love Sound e l'intro di Noisy Summer che sembra presa dalle Marvelettes (acc! il nome!).
Le ballate fanno sorridere e sono la classica scena d'amore dei due adolescenti in riva al lago di notte, subito prima che dalle acque salti fuori il mostro.
Rock'n'roll per Ed Wood? Scorribanda rockabilly tipo Meat Loaf in Rocky Horror Picture Show? Let's rave on, Heartbreak stroll e New York was great ne hanno per tutti.
E non ci può si può togliere dalla testa i versi di Little Animal: "my girl is a little animal / she always wants to fuck / can't find a reason why / I guess it's just my luck".
Per sganciarsi dagli ideali di Jesus & Mary Chain e My Bloody Valentine i danesi Raveonettes hanno optato per la via danese più in voga: il dogma. L’intero album è suonato in una sola tonalità (stavolta Si bemolle maggiore) e le canzoni di tre minuti non devono contenere più di tre accordi.
Si può dire che ora la formula funzioni: il rock’n’roll è rimasto abrasivo ma non più è (così) ripetitivo, si balla in pelle nera, le motociclette fuori sono parcheggiate in fila. La bionda è altissima.
Commenti