Reporter senza frontiere (musicali)

Serata di chiusura del Festival di Montreaux
Miles Davis Hall - sabato 19 luglio 2003

La partenza non è stata delle migliori: solo al momento di ritirare i biglietti abbiamo scoperto che erano saltati Trevor Jackson (Playgroup) e i 7 Hurtz, impossibilitati a raggiungere Montreux a causa di uno sciopero della British Airways.
Superata la delusione, ci consoliamo quando alle 22 entrano in scena i Liquid Liquid, storico quartetto di New York, tra i protagonisti della scena punk funk dell'East Village dei primi anni '80. Autori solamente di 3 ep, sono tornati questa primavera a suonare dal vivo dopo un'assenza di 19 anni, e bisogna ammettere che il loro set è stato di ottimo livello, con un pubblico tranquillo ma molto attento.
La cosa che più colpiva era la loro voglia di suonare, la felicità di esibirsi dal vivo dopo tanti anni che traspariva dai loro volti. Per la cronaca il fonico del loro set è stato James Murphy (LCD Soundsystem).

Dopo un dj set senza infamia e senza lode ad opera di Headman, a mezzanotte sono saliti sul palco i Rapture che hanno suonato un'ora veramente energica, con un finale decisamente trionfale grazie alla versione devastante di House of Jealous Lovers che ha trasformato la hall in un mega dance floor.
Il tempo di un cambio di palco (coperto ancora da Headman) ed ecco salire insieme James Murphy e i Two Many Dj's.
Anche se con il concerto dei Rapture la serata aveva iniziato a scaldarsi, la vera svolta è avvenuta con l'inizio del dj set. James Murphy e i Two Many Dj's si alternavano in console suonando 2-3 dischi ciascuno e, soprattutto i secondi, hanno creato un'atmosfera incredibile con dei mixaggi all'apparenza improbabili: vedi Vitalic vs Nirvana o Cult vs Andrea Doria (la mitica Bucci Bag).
La sostanza è stato l'abbattimento totale delle barriere musicali, mixando tra loro in maniera impeccabile indie, techno, hip hop, rock, electro e chi più ne ha più ne metta.
Alla fine dopo due ore e un quarto di completo delirio, la serata è terminata con il rammarico che purtroppo in Italia è praticamente impossibile assistere a un evento del genere (che tra parentesi, si va ad inserire di diritto nei miei primi 10 di tutti i tempi).

Alberto Simoni

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