Tra la Via Emilia e il Loollapalooza
Ieri sera Fabio e Arturo, back from Frisco con una quantità di dischi, hanno raccontato in radio la loro settimana al NoisePop.
In mezzo a tutte le cose splendide che hanno lasciato noi pivelli a bocca aperta (ok, quello de La Laura forse era uno sbadiglio, ma è solo perché giù al Laboratorio fanno gli after hours pre tesi), si diceva che, anche negli States, a certi concerti ti ritrovi in mezzo alle solite duecento persone, nemmeno fossimo al Covo.
Mi è venuto in mente che una cosa simile l'avevo provata anch'io, quando un paio d'anni fa avevo compiuto il mio unico viaggio da indie kid: di corsa fino in Scozia per il concerto della stagione e poi ritrovarsi in un posto che sembra l'Estragon (e più o meno con la stessa gente).
È che ogni tanto non ci si rende conto della bazza che può essere stare da queste parti se ti piace certa musica (crescere tra la pianura dell'arci e la valle degli univesitari - da cui poi, certo, qualcuno se ne va con le scatole giustamente piene). I concerti che vai a vedere in qualche festival in giro per l'Europa d'estate spesso te li ritrovi spalmati nei mesi successivi tra Bologna, Reggio e la Riviera. Me lo diceva già qualche anno fa Damir (lui ora se ne sta in uno dei club più cool del continente) e ancora oggi a volte ti accorgi che è proprio così. Non ci si rende conto e si fanno scelte che pare difficile spiegare.
Ad esempio, questa sera mi sento troppo pigro per rispondere a un pur gradito invito addirittura per un concerto-evento di RZA in quel del Link (attendo però la competente recensione da Frederic).
Ripiegherò su un più "domestico" Circolo Atlantide che offre il postpunk degli italici Red Worm's Farm (supportati dai Tragedy of a better tomorrow, di cui nulla so, ma che dal nome mi aspetto piuttosto emo). Un po' perché sono curioso e mi va di supportare l'Atlantide Occupato, un po' perché i Red Worm's sanno offrire live compatti come pochi (inguaribile snob).
Forse però, sotto sotto, c'è l'inconsapevole pensiero che "tanto è qualcosa del Link" (ma si potrebbe dire Maffia o Velvet o Vox), tanto è qualcosa che "è lì", ci vai in bicicletta se hai voglia, altrimenti sarà per la prossima volta, che tanto una prossima volta c'è sempre.
Stiamo in provincia, ma disponiamo e decidiamo come se fosse il centro del mondo.
Mi ci vuole un viaggio.
Ieri sera Fabio e Arturo, back from Frisco con una quantità di dischi, hanno raccontato in radio la loro settimana al NoisePop.
In mezzo a tutte le cose splendide che hanno lasciato noi pivelli a bocca aperta (ok, quello de La Laura forse era uno sbadiglio, ma è solo perché giù al Laboratorio fanno gli after hours pre tesi), si diceva che, anche negli States, a certi concerti ti ritrovi in mezzo alle solite duecento persone, nemmeno fossimo al Covo.
Mi è venuto in mente che una cosa simile l'avevo provata anch'io, quando un paio d'anni fa avevo compiuto il mio unico viaggio da indie kid: di corsa fino in Scozia per il concerto della stagione e poi ritrovarsi in un posto che sembra l'Estragon (e più o meno con la stessa gente).
È che ogni tanto non ci si rende conto della bazza che può essere stare da queste parti se ti piace certa musica (crescere tra la pianura dell'arci e la valle degli univesitari - da cui poi, certo, qualcuno se ne va con le scatole giustamente piene). I concerti che vai a vedere in qualche festival in giro per l'Europa d'estate spesso te li ritrovi spalmati nei mesi successivi tra Bologna, Reggio e la Riviera. Me lo diceva già qualche anno fa Damir (lui ora se ne sta in uno dei club più cool del continente) e ancora oggi a volte ti accorgi che è proprio così. Non ci si rende conto e si fanno scelte che pare difficile spiegare.
Ad esempio, questa sera mi sento troppo pigro per rispondere a un pur gradito invito addirittura per un concerto-evento di RZA in quel del Link (attendo però la competente recensione da Frederic).
Ripiegherò su un più "domestico" Circolo Atlantide che offre il postpunk degli italici Red Worm's Farm (supportati dai Tragedy of a better tomorrow, di cui nulla so, ma che dal nome mi aspetto piuttosto emo). Un po' perché sono curioso e mi va di supportare l'Atlantide Occupato, un po' perché i Red Worm's sanno offrire live compatti come pochi (inguaribile snob).
Forse però, sotto sotto, c'è l'inconsapevole pensiero che "tanto è qualcosa del Link" (ma si potrebbe dire Maffia o Velvet o Vox), tanto è qualcosa che "è lì", ci vai in bicicletta se hai voglia, altrimenti sarà per la prossima volta, che tanto una prossima volta c'è sempre.
Stiamo in provincia, ma disponiamo e decidiamo come se fosse il centro del mondo.
Mi ci vuole un viaggio.
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