(un regalo di Vive La Roque!):

siamo sedute negli studi di radio popolare chan marshall, micro ed io. quando marina petrillo domanda (non certamente a micro, e non certamente a me), cosa saresti se non fossi una musicista? è una bella cosa che mrs. cat power risponda come fa: "sarei morta o drogata, con tre figli a carico perché mio marito mi ha lasciata, farei due lavori per cercare di arrivare alla fine del mese e comunque i soldi ancora non mi basterebbero". chan non risponde così dopo lunga meditazione, e non risponde così per esagerare: lei lo sa e basta, che la sua vita sarebbe stata esattamente quella, se la musica non l'avesse salvata. da una mamma alcolizzata, dall'abitare in una roulotte, dal farsi mettere incinta da un dongiovanni testa-per-aria come suo papà. e invece a 17 anni qualcuno le ha lasciato una chitarra acustica in eredità, e allora è successo che una cosa così intangibile, così invisibile e così poco importante come la musica l'ha fatta prigioniera, e l'ha liberata.
e senti che risultato. non è a "colors and the kids" che sto pensando, non è a "nude as the news". non è a "in this hole", non è alla cover di "i found a reason", e nemmeno a quella di "red apples". sono seduta con micro e marina e chan marshall e ascolto you are free, che esce per la matador il prossimo 18 febbraio, e provo a contare quante persone ci sono là fuori. mica solo in america. non riesco ad immaginare un numero abbastanza grande, quanti potenziali scrittoripittoricantantistrimpellatori esistono che ancora tastonano al buio cercando l'interruttore, la tenda che ostruisce la vista fuori dalla finestra, la porta chiusa da spalancare. perchè nessuno ha dimenticato una sei corde, a casa loro, o una scatola di colori, o una olivetti.
il mio giocattolo preferito, quando avevo quattro anni, era una macchina da scrivere di plastica rossa della fisher price. forse che...?
chan ritorna sull'argomento, mentre in realtà si parla ormai d'altro, della guerra (già dichiarata, già combattuta) in iraq: "trovatevi qualcosa da fare. tutti quanti. una cosa che sia solo vostra, una cosa che fate da soli, e solo per voi stessi. una cosa creativa". insieme àncora ed aquilone.
mentre ci rinfiliamo cappotti e via, mi giro a guardare lo schermo tv sempreacceso sulla cnn. non posso fare a meno di pensare che george dubya deve aver creato molto poco, da ragazzino.

Commenti