La scaletta del concerto Se son storie di vent'anni fa:
Lino ei Mistoterital all'Estragon - 6 dicembre 2002


La prima cosa che saltava all'occhio del concerto reunion per festeggiare il ventennale della carriera dei Lino ei Mistoterital erano le prime due file del pubblico: scalmanati ambosessi dell'età media di 5 anni che correvano da una parte all'altra ridendo, urlando, tirandosi tutto quello che rotolava giù dallo straripante palco (sciarpe, animaletti gonfiabili, cravatte, palloni colorati e nasi finti).

A questo proposito, una delle frasi memorabili della serata è stata sicuramente quella pronunciata da Ted Nylon: "Piano bambini: quella giraffa è molto vecchia".
I nostri beniamini saranno pure stati criogenicamente ibernati per tutti questi anni, ma pare che abbiano comunque trovato il modo di riprodursi abbondantemente (e lo stesso i membri storici del fancleb).
Subito dietro, le mamme, gli stimati professionisti con barbe finte, gli ammiratori della prima ora (ci sarà stato qualche giornalista dell'allora Velvet?) e qualche post fan come il sottoscritto (vederli per la prima volta ieri è stato come ritornare al 1982 che mi è sempre mancato, insieme al gruppo nel quale avrei sempre voluto suonare).

Momento più commovente: l'intermezzo di "Sussidiario", dove invece della nota gag con la figura A e la figura B (tanto battevamo le mani già tutti) è piovuto un name-dropping di band dell'epoca, praticamente tutta la scena underground / new wave (o new wafer, come preferite) che si rovesciava nella Bassa emiliana per innumerevoli concerti e improbabili collaborazioni con LMT.
Punto negativo dello show (mi concederanno qualche critica?): festeggiare un ventennale senza eseguire "Se son storie di vent'anni fa" ha significato forse non voler concedere troppo alla nostalgia, ma anche non suonare uno dei loro pezzi migliori di sempre. Peccato: avevo già pronto il coro e avevo ripassato i versi di Lewis Carroll.

Comunque agli autori di "Ti ho portato il bronchenolo" e "Tienti le tue trote" si perdona qualunque cosa, anche le mosse un po' più affaticate dei frontmen Phil Anka e Ted Nylon (ma non mancava la buona volontà e un'abbondante dose di autoironia), nonché una versione di "Sono peso sono obeso" un po' rallentata.
L'assolo di "Una storia di Cebion" è stato dedicato all'unico assente della formazione, Lauro O'Cardigan, nel frangente sostituito da Paul Syno, non più il "batteristino" degli esordi ma agguerrito chitarrista.
Finalmente ho potuto sentire dalla viva R di Bob Rodiatoce il verso di "Atollo K", "la padrona del drugstore aveva l'aria un po' arrapata" e mi sono accorto di saperla ancora tutta a memoria.
Infine, la solida sezione ritmica rappresentata dal bassista Ronnie Shetland e da Steve Cotton Job, pur dietro aggressivi occhiali scuri, non ha potuto fare a meno di lasciarsi andare al clima di rimpatriata generale, e sono stati diversi i momenti in cui l'intesa ricreata è stata perfetta.

In scaletta anche cover di Beatles e Troggs, e l'immancabile Gloria trasformata in una sequela di jingle pubblicitari degli anni settanta.
Dopo lo show mi sono intrufolato nei camerini come la peggiore groupie: prossimamente su queste pagine la mia cravatta di puro Terital (acquistata appositamente in Montagnola) firmata da tutti i membri della band.

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